Avere elevati livelli di colesterolo LDL (il cosiddetto: colesterolo cattivo), oltre i 50 anni, può essere la causa non solo di malattie cardiovascolari, ma anche di alterazioni della funzionalità cerebrale e favorirebbe il decadimento cognitivo, spesso preludio di demenza o Alzheimer.
Lo studio, pubblicato online sull’American Journal of Medicine, mostra per la prima volta la relazione diretta tra i livelli di colesterolo elevati e disordini della funzionalità cerebrale; particolarmente quelle associate alla memoria, all’attenzione e alle competenze linguistiche.
Una lieve alterazione cognitiva si verifica quando il paziente presenta un deficit in due o più settori: come memoria, linguaggio, calcolo, orientamento e giudizio. Per cinque anni, il gruppo multidisciplinare ha studiato 47 pazienti di oltre 50 anni con ipercolesterolemia familiare (IF) e 70 sani.
Il 22% dei pazienti con ipercolesterolemia familiare è risultato positivo al test per valutare la funzionalità cerebrale rispetto al solo 3% dei pazienti sani.
La diagnosi precoce è fondamentale per agevolare l’introduzione di abitudini e di modelli dietetici sani, fin dall’infanzia. Gli esperti aggiungono: “ciò che è male per il cuore, è male per il cervello”.
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