L’inquinamento atmosferico persistente può permettere lo sviluppo di malattie cardiovascolari.
Le polveri sottili inferiori a 0,1 micrometri prodotte dalla combustione del carburanti dei veicoli possono passare dai polmoni direttamente nel flusso sanguigno e causare danni alla parete delle arterie.
Questi i risultati emersi dalla conferenza “Inquinamento atmosferico e aterosclerosi” svoltasi oggi a Basilea (Svizzera). Alcune delle conseguenze immediate dell’esposizione ad agenti inquinanti gassosi sono la disfunzione dell’endotelio, che produce una tendenza alla vasocostrizione, riduzione della variabilità della frequenza cardiaca e aumento della pressione sanguigna e coagulabilità del sangue.
Nel corso del tempo, questi fattori possono causare un aumento dello spessore e la quantità di calcio nella parete arteriosa e degenerare in arteriosclerosi.
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