L’ansia può aumentare le probabilità di un attacco di cuore, ictus o insufficienza cardiaca nei pazienti cardiopatici che ne soffrono.
Lo studio, condotto per 6 anni su circa 1000 pazienti, ha dimostrato inequivocabilmente l’associazione tra ansia e sviluppo di problematiche cardiovascolari.
Durante gli anni di follow up ben 371 pazienti hanno avuto un evento cardiovascolare: infarto, ictus, insufficienza cardiaca e morte. Il 10% dei partecipanti soffriva di ansia contro il 7% di chi non ne soffriva.
Dopo aver considerato una decina di fattori (depressione, attività fisica, alimentazione, terapia farmacologica e altri) che potrebbero spiegare l’aumentata incidenza di eventi cardiovascolari nelle persone ansiose, il rapporto è rimasto inalterato con i dati iniziali prodotti dallo studio.
Martens e il suo gruppo di ricerca hanno proposto varie spiegazioni plausibili: aumenti improvvisi degli ormoni dello stress e la tendenza delle persone ansiose a non cercare assistenza preventiva. “Per ora”, ha detto Martens, “il disturbo d’ansia nei pazienti cardiopatici può essere utilizzato per identificare un particolare gruppo di rischio. La valutazione e il trattamento dell’ansia può essere parte della gestione dei pazienti con malattia coronarica”.
“Il disturbo d’ansia è comune e può essere trattato, dunque, potrebbe essere un fattore di rischio modificabile in questi pazienti,” ha aggiunto. Il trattamento comprende farmaci e psicoterapia.
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