Autismo

L’autismo é un disturbo che va a colpire la funzione celebrale dell’essere umano, causando poi una quasi inevitabile diminuzione dell’apprendimento, della socialità e dell’integrazione con i propri coetanei da parte dei bambini. Solitamente colpisce il genere maschile e si manifesta entro i primi 3 anni di vita con un’incidenza che varia dalle 5 alle 50 persone su una media di 10mila.

Di recente é stato effettuato uno studio presso l’Università della California ed é emerso che tale malattia aumenta con una media del 50% in quei bambini nati da una mamma ultra 40enne. Questo fattore d’età é anche correlato alla figura del padre: é stato studiato un rischio simile nel caso in cui la madre non abbia più di 25 anni, ma il padre sia alla soglia dei 40. Che sia solo coincidenza?



Ma come si può diagnosticare questo disturbo?
Come accade per tutti i disordini dello sviluppo viene diagnosticato in base ad un certo numero di determinati comportamenti, senza escludere il fattore dato dalla genetica e dalle anomalie correlate al metabolismo.

Altro fattore che potrebbe portare all’autismo é la nascita prematura di un bambino, soprattutto se alla nascita il peso del neonato é molto inferiore alla media calcolata. Ultimamente é emerso che alcune colpe potrebbero essere riconducibili alla madre, qualora non
assuma sufficiente quantità di vitamina D durante la sua gravidanza.



Qualche tempo fa nacque una pesante polemica in merito all’autismo da parte della psicoanalisi classica che tendeva a colpevolizzare proprio la figura dei genitori per l’insorgere di tale disturbo.
Vi era una teoria secondo la quale i neonati dovevano essere allontanati dalle famiglie perché considerati causa di un’iper-protezione ai danni del bambino.
Fortunatamente tale vergognosa teoria é stata smentita più e più volte ed ora sia i medici che gli psicologi sono i primi a consigliare ai genitori di instaurare un rapporto sempre più profondo e affettuoso con i loro bambini colpiti dall’autismo.

di Alessandra Battistini



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