L’Acrofobia

Funivia
L’Acrofobia (dal greco “àkros”, cioè “elevato” e “phobos”, ovvero “paura”) è la paura dei luoghi elevati.
Si tratta di un disturbo che rientra nella categoria delle fobie specifiche, contraddistinte dalla paura persistente e sproporzionata provata da un soggetto nei confronti di uno stimolo circoscritto che non rappresenta una reale minaccia.
Nell’ Acrofobia, il soggetto teme posti quali i balconi, le torri, le cime dei monti, i ponti, i piani alti degli edifici. Inoltre, egli è spaventato dai mezzi che conducono rapidamente verso l’alto, come ad esempio gli ascensori panoramici o le funivie. L’acrofobico cerca di evitare i luoghi menzionati sopra, e può accusare malessere anche se vede altre persone in posti sopraelevati.

Quando si trova in una delle situazioni appena descritte, l’acrofobico avverte uno stato di profonda ansia e può andare incontro ad attacchi di panico. Tuttavia, la reazione può anche essere di entità più lieve, limitandosi ad una visibile sensazione di disagio.
A volte, tale fobia si associa alla paura di volare.


Acrofobia: Cause

Per quanto riguarda le origini del disturbo, è possibile che questa fobia derivi da esperienze negative precedenti associate all’altezza, come ad esempio una caduta da un mobile o da un ripiano sopraelevato avvenuta durante l’infanzia.
Uno studio del 2009 ha provato a verificare una tesi secondo la quale l’acrofobia si spiegherebbe con un’alterazione percettiva che conduce i soggetti a sopravvalutare le distanze verticali, facendole sembrare loro maggiori di quanto non siano in realtà.
Alcuni psicologi cognitivi della California State University di San Marcos hanno sottoposto a dei test 43 studenti, tra i quali figuravano soggetti acrofobici, ed hanno verificato come coloro i quali soffrono di questo disturbo tendessero a sovrastimare le distanze verticali rispetto a quelle orizzontali. In virtù di quanto emerso dagli esperimenti condotti, il team di studiosi ha concluso che sarebbe proprio la percezione alterata dell’altezza a determinare la paura negli acrofobici.
Tuttavia, queste conclusioni si prestano alle obiezioni avanzate da numerosi altri esperti, i quali sostengono che il rapporto tra causa ed effetto proposto dagli psicologi cognitivi californiani sia da leggersi in senso inverso: sarebbe l’intensa paura provata dagli acrofobici a generare la loro alterata percezione dell’altezza, e non il contrario.

Acrofobia: Sintomi

Il sintomo più comune dell’acrofobia consiste in forte stato d’ansia che può degenerare in un vero e proprio attacco di panico. Il soggetto va incontro a tremori, tachicardia, debolezza, sudorazione, crisi respiratorie, giramenti di testa.
Spesso, a generare lo stato d’ansia nell’acrofobico non è il fatto di trovarsi realmente presso un luogo elevato, ma la semplice idea di vivere le circostanze che generano lo stress psicofisico. In tali casi, si parla di ansia anticipatoria.
Gli effetti perduranti di questa fobia sono uno stato di inquietudine persistente, disturbi del sonno e, nei casi più gravi, persino sindrome depressiva.


Acrofobia: Terapia

Il trattamento più efficace per la cura dell’acrofobia consiste nella psicoterapia. Il paziente, con l’ausilio del terapeuta, si espone gradualmente alle situazioni che generano le sue risposte ansiose per cercare di superarle. Gli vengono insegnate e fatte eseguire alcune tecniche di rilassamento e di controllo del pensiero, grazie alle quali egli riesce ad affrontare le circostanze temute e ad alleviare progressivamente i sintomi della fobia, sino alla loro scomparsa.
Se la fobia è particolarmente marcata e la psicoterapia non risulta del tutto risolutiva, al soggetto possono essere prescritti dei farmaci ansiolitici e antidepressivi.

Di Giuseppe Iorio



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