Il Diabete

Il Diabete è una malattia metabolica cronica caratterizzata da elevati livelli di glicemia (valore che indica la concentrazione di glucosio nel sangue) determinati da un’insufficiente azione dell’insulina. L’insulina è l’ormone prodotto dalle cellule del pancreas deputato a regolare la metabolizzazione del glucosio e la sua conversione in energia. L’alterazione della funzionalità dell’insulina comporta l’accumulo di glucosio nel sangue, condizione che provoca numerosi danni in tutte le strutture dell’organismo, generando complicanze quali problemi neurologici, disturbi circolatori e insufficienza renale.

Il Diabete: Classificazione e Cause

Esistono diversi tipi di diabete. I due principali sono il diabete di tipo 1, o insulino-dipendente, e il diabete di tipo 2, o non insulino-dipendente.

Il primo, detto anche “diabete giovanile” perché tende a comparire prima dei 30 anni, deriva da una risposta anomala del sistema immunitario che provoca la distruzione delle cellule beta. Queste cellule, presenti nel pancreas, sono responsabili della produzione di insulina. Quando le cellule beta subiscono danni, la produzione di insulina risulta carente o del tutto assente. Di conseguenza, i soggetti affetti da questo tipo di diabete sono costretti a ricevere iniezioni di insulina tutti i giorni, e per tutta la vita.
Il diabete di tipo 1 colpisce il 10/15% delle persone affette da diabete e rientra nella categoria delle malattie autoimmuni, ovvero in quelle patologie determinate da una reazione immunitaria contro lo stesso organismo. La risposta immunitaria dannosa potrebbe essere collegata a fattori ambientali (anzitutto quelli dietetici) oppure a fattori genetici, individuati nella predisposizione dell’organismo a reagire ai fenomeni esterni, in particolare contro virus e batteri.



Il diabete di tipo 2 viene detto anche “senile” e tende a svilupparsi in soggetti adulti (dopo i 30-40 anni). In questo tipo di diabete, la produzione di insulina resta nella norma, ma le cellule non riescono poi a utilizzarla, in quanto lorganismo sviluppa una forma di resistenza all’insulina.
Il rischio di insorgenza di questo tipo di diabete aumenta con l’avanzare dell’età, per i soggetti sovrappeso oppure obesi e per coloro che non svolgono attività fisica. Altro fattore di rischio è rappresentato dall’ereditarietà: circa il 40% dei soggetti affetti dal diabete di tipo 2 ha parenti di primo grado affetti dalla stessa patologia.

Altra forma di diabete è quello gestazionale, che colpisce il 4% circa delle donne gravide,  nelle quali  si registrano elevati livelli di glicemia per la prima volta durante la gravidanza. Nella maggior parte dei casi, la patologia scompare dopo il parto, sebbene circa la metà delle donne colpite dal diabete gestazionale sviluppi un diabete di tipo 2 a distanza di 5-10 anni dalla gravidanza.

Il Diabete: Sintomi e Complicanze

L’intensità della sintomatologia varia a seconda del tipo di diabete.
In quello di tipo 1, in genere i sintomi principali fanno la loro comparsa in modo acuto e improvviso, spesso associati a un episodio febbrile. Il soggetto va incontro alla necessità di urinare con maggior frequenza, dato che lo zucchero in eccesso viene eliminato dai reni attraverso le urine. In conseguenza della disidratazione, il soggetto ha anche molta sete, e compare anche una fame intensa, dovuta alla necessità di compensare la perdita di calorie espulse attraverso le urine.
Altri sintomi tipici di questa patologia sono nausea, stanchezza e perdita di peso.

Nel caso del diabete di tipo 2, i sintomi sono di solito molto meno evidenti, tanto che spesso i soggetti colpiti da questa patologia possono risultare asintomatici per diversi anni prima che possa essere effettuata una diagnosi.

Se permane una condizione nella quale i livelli di glucosio nel sangue risultano moderatamente alti per molti anni, i danni causati all’organismo possono essere numerosi, con la conseguente insorgenza di complicanze croniche che interessano diversi organi e tessuti.
In molti casi, i soggetti diabetici accusano complicanze che riguardano la vista, come la retinopatia diabetica, cioè il danneggiamento dei piccoli vasi sanguigni che irrorano la retina, e la cataratta diabetica, ovvero la progressiva opacizzazione del cristallino. Entrambi i disturbi determinano seri peggioramenti della vista.

Altra complicanza frequente è rappresentata dalla nefropatia diabetica, cioè la graduale riduzione della funzione di filtro operata dal rene, che può portare a problemi di insufficienza renale e persino alla necessità di dialisi o di trapianto del rene.

Inoltre, i pazienti diabetici sono molto più esposti al rischio di patologie cardiovascolari rispetto al resto della popolazione, e spesso soffrono di una riduzione del flusso ematico agli arti, in particolare quelli inferiori, che vanno incontro a perdita di sensibilità e ulcerazioni e che, nei casi più gravi, possono necessitare di amputazione.



Il Diabete: Terapia e Alimentazione

Il trattamento del diabete si basa sull’assunzione di farmaci capaci di tenere sotto controllo i valori della glicemia e su uno stile di vita adeguato.
Per quanto riguarda la terapia farmacologica, nel diabete di tipo 1, ai pazienti dev’essere iniettata quotidianamente l’insulina che il loro pancreas non è più in grado di produrre. Nel diabete di tipo 2, ai soggetti vanno somministrati degli ipoglicemizzanti orali (principalmente sulfaniluree e biguanidi). Qualora l’azione di questi farmaci non risultasse sufficiente, saranno necessarie iniezioni di insulina.

Per quanto concerne invece lo stile di vita, i soggetti diabetici devono adottare una dieta che consenta loro di conservare un buon profilo glicemico, di normalizzare l’assetto lipidico e di evitare le complicanze connesse alla patologia. Pertanto, i pazienti devono consumare molta frutta e verdura per aumentare l’apporto di fibre alimentari e devono ridurre il consumo di cibi contenenti zuccheri semplici, grassi saturi e colesterolo.
Fondamentale, infine, una regolare attività fisica, da svolgersi almeno 3 volte a settimana, tesa a stabilizzare il peso corporeo e a migliorare il compenso glicemico, il profilo lipidemico e lo stato di benessere generale.

Di Giuseppe Iorio



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6 Risposte

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