Col termine “Dislipidemia” si intende l’alterazione della concentrazione di lipidi presenti nel sangue. I lipidi, detti comunemente “grassi”, sono sostanze essenziali per il nostro organismo, in quanto rappresentano una fonte di energia diretta e contribuiscono alla formazione delle membrane cellulari. Tuttavia, quando il loro livello nel sangue raggiunge determinati valori, essi diventano un grosso fattore di rischio cardiovascolare.
Tale condizione si verifica quando l’apporto di grassi fornito dalla propria alimentazione è superiore alle necessità dell’organismo, oppure quando esiste una predisposizione genetica che ne determina l’accumulo nei vasi sanguigni e nel fegato.
I lipidi cui si fa normalmente riferimento in medicina sono colesterolo e trigliceridi.
Il termine “dislipidemia” è generico, ed è più corretto utilizzarlo al plurale, dato che esso fa riferimento a varie patologie, che differiscono per cause, trattamenti terapeutici e conseguenze sullo stato di salute.
Dislipidemie: Cause
Le dislipidemie possono essere distinte in primarie, se hanno base genetica, e secondarie, se sono invece acquisite.
Quelle primarie sono determinate da difetti genetici, dunque si trasmettono da genitore a figlio e possono manifestarsi già durante l’infanzia.
Quelle secondarie sono invece riconducibili a uno stile di vita scorretto, (vita sedentaria, fumo, alimentazione sbilanciata e ricca di grassi), alla presenza di altre patologie (diabete, obesità, cirrosi biliare, disturbi della tiroide), oppure all’uso di farmaci stabilizzanti dell’umore o immunosoppressori.
Dislipidemie: Sintomi e Diagnosi
Le dislipidemie sono condizioni cliniche che possono restare asintomatiche anche per molti anni, manifestandosi poi in modo improvviso con eventi acuti come ictus e infarti. Pertanto, è fondamentale eseguire un controllo periodico dei valori ematici di trigliceridi e colesterolo, al fine di poter intervenire, ove necessario, per evitare danni gravi al proprio stato di salute.
Livelli alti di colesterolo e trigliceridi spesso determinano problemi quali disfunzione erettile, alterazioni renali e disturbi visivi.
Per diagnosticare una dislipidemia, bastano semplici esami del sangue, che è consigliabile eseguire non meno di una volta all’anno.
Il primo valore da verificare è quello del colesterolo, che non deve superare i 240 mg/dl, soglia che indica un alto rischio. Valori compresi tra i 200 e i 239 mg/dl vanno tenuti sotto controllo, mentre valori inferiori ai 200mg/dl sono ottimali.
Per quanto concerne i trigliceridi, rappresentano valori ideali quelli inferiori ai 150 mg/dl, valori da tenere sotto controllo quelli compresi tra i 150 e i 199 mg/dl, valori elevati quelli compresi tra i 200 e i 499 mg/dl e valori molto elevati quelli superiori ai 500mg/dl.
Dislipidemie: Stile di Vita e Terapia Farmacologica
Le dislipidemie costituiscono dei fattori di rischio modificabili, dal momento che esse sono controllabili attraverso uno stile di vita salutare e, in caso di necessità, per mezzo di una terapia farmacologica.
Se gli esami ematici rivelano la presenza di un’alta concentrazione di lipidi nel sangue, è essenziale iniziare a praticare regolarmente dell’attività fisica, o intensificarla nel caso essa sia insufficiente. In questo modo, si può controllare il proprio peso corporeo e si aiutano i muscoli a bruciare più efficacemente i trigliceridi, che vengono utilizzati per produrre l’energia indispensabile per il movimento.
L’altro intervento immediato riguarda l’adozione di una dieta capace di assicurare all’organismo il corretto introito dei vari macronutrienti (proteine, grassi e zuccheri), moderando nel contempo l’apporto lipidico.
A tal fine, è fondamentale evitare i grassi saturi, che stimolano la produzione di colesterolo e trigliceridi da parte del fegato, e preferire i grassi insaturi, soprattutto gli acidi grassi essenziali Omega 3, contenuti nel pesce (merluzzo, pesce spada, sgombro, tonno, sardine, aringhe), nei legumi, nei cereali, nelle noci, nell’olio di lino e nell’olio di semi di girasole. In commercio sono inoltre disponibili alimenti con aggiunta di Omega 3, come ad esempio le uova o il latte arricchiti con tali sostanze. È altresì necessario evitare gli alcolici e il fumo.
Se, come già sottolineato, le modifiche apportate allo stile di vita non raggiungessero gli obiettivi terapeutici previsti, al soggetto verranno prescritti farmaci ipocolesterolemizzanti e ipotrigliceridemizzanti.
Di Giuseppe Iorio
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