La “malaria autoctona” in Italia è scomparsa, di lei rimangono soltanto i ricordi e le descrizioni dei nostri nonni, tuttavia da un po’ di anni iniziano ad esserci alcuni casi.
Queste forme di malaria non possono essere dette di “malaria autoctona”, ma sono forme di “malaria da importazione”, come conseguenza soprattutto dell’aumento dell’immigrazione da paesi in cui la malattia è presente ed è molto pericolosa, per il momento si registrano soltanto 500 o al massimo 1000 casi, ma questi numeri stanno allarmando le autorità sanitarie per la paura dell’insorgenza di nuovi focolai nel nostro paese.
Non se ne sente parlare molto, ma la malaria uccide fino a 2 milioni di persone ogni anno, così l’organizzazione mondiale della sanità ha suddiviso tre aree malariche nel mondo dove ancora si combatte la malattia:
- Area A : medio oriente, Cina, America centrale, qui la malaria è trasmessa solo nei mesi caldi, nelle aree rurali e non nei centri urbani.
- Area B : India e Pakistan; trasmissione della malattia tutto l’anno, ma generalmente vengono risparmiati i centri urbani.
- Area C : Africa, sud-est asiatico, America del sud; la malattia è trasmessa tutto l’anno, anche nei grossi centri urbani.
Il parassita che dà origine alla malaria si chiama Plasmodium , il contagio avviene tramite l’utilizzo della comune zanzara, presente anche nelle nostre parti.
Dopo aver punto una persona, la zanzara inocula i parassiti nel circolo sanguigno, fino ad arrivare al fegato dove rimarranno per tutto il periodo di incubazione, moltiplicandosi negli epatociti.
Al termine del periodo di incubazione tornano nel sangue e possono entrare all’interno degli stessi globuli rossi moltiplicandosi fino a farli scoppiare.
In corrispondenza della lisi dei globuli rossi inizia la sintomatologia d’esordio caratterizzata da febbre non accessuale, spesso continuo-remittente o irregolare, cefalea, artralgie, modesta splenomegalia e piastrinopenia.
Dopo un paio di settimane la sintomatologia varia, in relazione al tipo specifico di Plasmodium, con riduzione delle piastrine, dei globuli rossi e dei globuli bianchi, aumento delle transaminasi, epatosplenomegalia e la febbre diventerà periodica.
Per quanto riguarda il Plasmodium vivax e il Plasmodium ovale si avranno accessi febbrili ogni 48 ore, il Plasmodium malariae darà accessi ogni 72 ore,mentre il Plasmodium falciparum, che è anche il più comune, da accessi febbrili ogni 48 ore, oppure potrà dare origine a una febbre persistentemente irregolare, in questo ultimo caso la malaria viene detta perniciosa ed è molto grave in quanto porta più facilmente delle altre alla morte.
La sintomatologia febbrile può essere già utile per un sospetto, la diagnosi di certezza verrà effettuata attraverso due esami: la goccia spessa e lo striscio di sangue periferico.
Prima di effettuare un viaggio verso queste aree geografiche è consigliabile effettuare una chemioprofilassi tramite sostanze che possono ritardare o bloccare l’evoluzione della malattia.
Avere la malaria non deve però demoralizzare, poiché se diagnosticata in tempo può essere trattata con numerosi farmaci antimalarici, il più importante dei quali è il chinino cloridrato, utilizzato soprattutto per la più pericolosa malaria perniciosa.
Di Donatello Concordia