
Yoga
Ansia, insonnia, artrite, mal di schiena. Sono alcuni dei principali disturbi che una pratica costante e consapevole dello Yoga può contribuire a curare.
Negli ultimi decenni, sono stati realizzati centinaia di studi scientifici incentrati sui benefici che gli esercizi proposti da questa disciplina apportano all’organismo umano, e si sono avute conferme del fatto che le persone dedite allo yoga rinforzano le articolazioni, migliorano l’efficienza del sistema cardiovascolare e la digestione e rallentano la respirazione, rendendola più profonda.
Ai vantaggi appena elencati dobbiamo aggiungerne ancora uno: attraverso lo yoga, si può ridurre in modo significativo la pressione arteriosa, prevenendo dunque l’ipertensione o riducendo l’entità della patologia.
Questo effetto benefico può essere spiegato tenendo presente che gli esercizi di yoga hanno conseguenze rilevanti sul sistema neurovegetativo, in quanto essi riducono l’iperstimolazione del sistema nervoso simpatico e, allo stesso tempo, stimolano l’attività del sistema parasimpatico.
Considerando che il sistema nervoso simpatico tende a far aumentare la frequenza del respiro e quella dei battiti cardiaci, mentre quello parasimpatico agisce in senso contrario, risulta facile comprendere i motivi per i quali lo yoga rappresenta un fattore di riequilibrio per l’organismo e consente l’abbassamento della pressione arteriosa.
Già nel 1975, la prestigiosa rivista scientifica “The Lancet” pubblicava i risultati di una ricerca condotta su 20 partecipanti che avevano praticato lo yoga per un periodo di tre mesi. Gli esami effettuati su questi soggetti avevano stabilito che, alla fine dell’esperimento, la loro pressione sistolica era diminuita, mediamente, di 29 punti, mentre quella diastolica era calata di 15 punti.
Nel 2000, uno studio aveva invece messo a confronto tre gruppi di soggetti ipertesi, testandoli per 11 settimane. I partecipanti del primo gruppo avevano praticato yoga, quelli del secondo avevano seguito una terapia a base di farmaci, mentre quelli del terzo non avevano seguito alcuna terapia. Terminata la sperimentazione, le analisi stabilirono che la terapia yoga era stata persino più efficace di quella farmacologica, dal momento che la riduzione media della pressione sistolica dei soggetti del primo gruppo era di 33mm/hg, contro diminuzioni di 24mm/hg e di 4mm/hg registrate, rispettivamente, nei pazienti del secondo e del terzo gruppo.
Una delle ultime ricerche tese a verificare sul piano scientifico i benefici della pratica dello yoga sull’ipertensione è stata condotta in India alcuni mesi fa e ha interessato 104 persone. I soggetti hanno seguito, per tre settimane, una terapia fatta di cure naturali, esercizi yoga e dieta ipocalorica e iposodica.
All’inizio della fase sperimentale, tutti i partecipanti, che soffrivano di ipertensione lieve o moderata, erano già in trattamento farmacologico con antipertensivi, ma solo per 40 di essi i valori di pressione erano nella norma. Tre settimane dopo, invece, ben 97 dei 104 partecipanti facevano riportare valori di pressione normali, tanto che 53 di essi avevano potuto sospendere il trattamento farmacologico.
In definitiva, chi ha problemi di pressione alta può sperimentare, unitamente ai trattamenti che già segue, la disciplina dello yoga, con la certezza di ricavarne benefici per il suo stato di salute generale. In tal caso, l’unica avvertenza della quale tener conto consiste nell’evitare che la fase di calo della pressione determinata dall’assunzione dei farmaci coincida con la pratica dello yoga. Il rischio, infatti, è che i valori della pressione scendano a tal punto da causare una sincope, ovvero uno svenimento.
Di Giuseppe Iorio
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