Dolcificanti sintetici: Rischi per la salute

Zollette di Zucchero

Zollette di Zucchero

Lo zucchero comune, anche noto come “saccarosio”, è una sostanza dotata di un significativo apporto calorico, circa 400 calorie per ogni etto. Consumando grandi quantità di zucchero, si favorisce l’insorgenza di sovrappeso e obesità, diabete mellito e carie dentale.
Considerato quanto appena ricordato, sono in molti a cercare dei dolcificanti (o edulcoranti) alternativi allo zucchero, sia naturali, come il fruttosio, lo sciroppo d’acero, quello di agave, il miele, la melassa, il malto di cereali, sia sintetici, come la saccarina, l’aspartame, il ciclimato, l’acesulfame.
Gli edulcoranti naturali sono dotati di un potere dolcificante sovrapponibile a quello dello zucchero comune e il loro apporto calorico è simile (in genere di poco inferiore) a quello del saccarosio.
Molto maggiore rispetto a quello dello zucchero è, invece, il potere dolcificante degli edulcoranti sintetici, mentre l’apporto calorico, dato che queste sostanze vengono utilizzate in quantità davvero ridotte, è estremamente basso.
Sebbene, nei Paesi dell’Unione Europea, i dolcificanti sintetici presenti sul mercato siano stati approvati da commissioni tecniche solo dopo diversi test tossicologici, il dibattito sui loro possibili effetti collaterali e sui danni che potrebbero provocare alla nostra salute resta sempre aperto.
Scopriamo allora le caratteristiche di alcuni dei principali edulcoranti sintetici e i rischi che il loro consumo può comportare.



Il dolcificante sintetico più noto e controverso è l’aspartame, il cui potere dolcificante è 200 volte maggiore rispetto a quello dello zucchero comune. Questa sostanza non esercita effetti metabolici sulla glicemia, quindi può essere utilizzata anche dai soggetti diabetici. La dose giornaliera ammissibile è di 40 mg/kg di peso corporeo. L’aspartame si trova in centinaia di alimenti: oltre che nei prodotti light, è contenuto anche in bibite gassate, dolciumi, gomme da masticare, caramelle e farmaci.
Quando l’organismo metabolizza l’aspartame, si formano acido aspartico, fenilalanina e metanolo. Quest’ultima sostanza può indurre effetti indesiderati quali emicranie e reazioni allergiche.
Ma l’aspartame è considerato poco salutare soprattutto per altri motivi: diverse ricerche ne hanno dimostrato la cancerogenicità su modelli animali.
L’ultimo di questi studi, recentissimo, è stata condotto presso l’Istituto di Ricerca Ramazzini di Bologna, e ha dimostrato un incremento del rischio di sviluppare tumori in topi che avevano assunto aspartame.
L’Associazione Internazionale Edulcoranti (ISA) ritiene però che le conclusioni dello studio in questione siano valide solo per i roditori e non siano trasferibili agli esseri umani, e ribadisce la sicurezza del dolcificante, a patto di consumarlo entro i limiti ricordati poco sopra.
In ogni caso, l’aspartame è controindicato per i soggetti affetti da una malattia metabolica chiamata “fenilchetonuria” e per le donne durante gravidanza e allattamento.

 

Molto conosciuta è anche la saccarina, sostanza che non viene metabolizzata dal nostro organismo e che non fornisce calorie. Il suo potere dolcificante risulta fino a 500 volte superiore a quello dello zucchero, mentre il suo retrogusto è piuttosto amaro. Non aumenta la glicemia, quindi è adatta anche ai diabetici.
Negli anni Settanta del secolo scorso, alcuni studi condotti sugli animali avevano insinuato il dubbio che la saccarina potesse essere cancerogena, ma nessuna ricerca svolta su esseri umani ha mai confermato tali dubbi. La dose giornaliera accettabile è di 2.5 mg/kg di peso corporeo.
In rari casi, il consumo di saccarina può provocare manifestazioni allergiche, orticaria, diarrea, dispnea, tachicardia. Questo dolcificante è controindicato durante la gravidanza, l’allattamento e nei primi tre anni di vita.



Altro edulcorante sintetico di largo utilizzo nei cibi per diabetici, nelle bevande gassate e nei prodotti per l’igiene orale è l’acesulfame K, sostanza dotata di un potere dolcificante 200 volte superiore a quella dello zucchero comune. L’acesulfame non viene metabolizzato dall’uomo, quindi viene espulso attraverso le urine senza aver subito modifiche, non apporta calorie e non ha influenza sulla glicemia. La dose giornaliera assimilabile ammonta a 9 mg/kg di peso corporeo.
Se ci si attiene alle dosi raccomandate, è considerato sicuro dal punto di vista tossicologico, mentre se ne sconsiglia l’utilizzo in caso di gravidanza e allattamento.

Infine, va menzionato il ciclamato, una sostanza sintetica che ha un potere dolcificante fino a 50 volte superiore a quella del saccarosio, privo di calorie e di effetti metabolici sulla glicemia.
Si tratta di un dolcificante piuttosto controverso, in quanto diversi studi scientifici hanno dimostrato che il ciclamato provocava cancro alla vescica nei ratti, tanto che la FDA ne ha proibito l’uso nel territorio statunitense a partire dal 1959. Ricerche successive hanno però riabilitato questa sostanza, fornendo dati che evidenziano come il ciclamato sia cancerogeno solo per i roditori e non per gli uomini.
L’Unione Europea ne ha autorizzato l’utilizzo in alcuni prodotti, stabilendo una soglia di sicurezza che ammonta a 7 mg/ kg di peso corporeo.
Come per tutti gli altri dolcificanti sintetici, ne viene sconsigliato il consumo alle donne in gravidanza e durante l’allattamento.

Di Giuseppe Iorio



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