Alcuni dolori da non sottovalutare

A chiunque capita di accusare, di tanto in tanto, un dolore che si manifesta in modo improvviso e che poi, il più delle volte, scompare nel giro di alcuni giorni. In casi simili, spesso siamo portati a pensare che si tratti di una sciocchezza. Ma, in questo modo, sottovalutiamo le indicazioni che il dolore dovrebbe fornirci, ovvero che qualcosa, all’interno del nostro organismo, non funziona correttamente.
Quindi, in presenza di un dolore marcato e di recente insorgenza, è doveroso non minimizzare la situazione, e provvedere alle analisi cliniche opportune. Di seguito, vi forniamo alcuni esempi di dolori che, pur apparentemente innocui, possono rivelarsi spie di problemi fisici che meritano la massima attenzione.

In presenza di semplici dolori lombari, il classico “mal di schiena”, siamo soliti pensare che la causa sia in un colpo di freddo, oppure in uno sforzo fisico che ci ha impegnati particolarmente. Tuttavia, il dolore lombare può anche essere sintomo della presenza di calcoli renali, e persino di un aneurisma o di un tumore.



Un dolore addominale molto accentuato potrebbe dipendere da una scorretta alimentazione. Ma potrebbe anche indicare la presenza di un disturbo che interessa i reni oppure l’utero. Se localizzato a destra, potremmo trovarci di fronte ad un’appendicite, o a disturbi che riguardano la cistifellea. Invece, se il dolore è presente nella zona più alta dell’addome, più o meno al centro, la ragione potrebbe essere una pancreatite.

Generalmente, quando avvertiamo dolori articolari, pensiamo subito a posture errate, a sforzi eccessivi, a distorsioni. Quando, però, il dolore diventa persistente, potrebbe trattarsi del sintomo di condizioni patologiche rilevanti, come l’osteoartrite – un tipo di artrite che interessa le cartilagini che tengono insieme le articolazioni – l’artrite reumatoide o la gotta. Una diagnosi precoce di una di queste malattie è fondamentale, in quanto si può intervenire rapidamente con una terapia farmacologica e con le adeguate modifiche allo stile di vita per tenere sotto controllo i sintomi della patologia e rallentarne l’evoluzione.

E che dire di quel fastidioso formicolio che colpisce le mani o i piedi? In genere, si verifica per una posizione scorretta degli arti protratta a lungo. Ma non sempre.
Infatti, il formicolio può essere sintomo di una neuropatia periferica, una complicazione tipica di malattie a decorso cronico come il diabete mellito. Le neuropatie periferiche sono causate anche da abuso di alcolici, carenza di vitamina B12 o dosi eccessive di alcuni farmaci.
Pertanto, anche in questo caso è necessario sottoporsi ad accertamenti clinici capaci di fornire una diagnosi tempestiva per dare immediatamente avvio alla terapia più indicata.



Un dolore al polpaccio può seguire una passeggiata molto lunga, oppure una qualche attività sportiva compiuta fuori allenamento. Tuttavia, se il dolore si manifesta in seguito ad un lungo viaggio in auto, in treno o in aereo, con le gambe rimaste ferme per molte ore, non possiamo escludere che ci si trovi di fronte a una trombosi venosa profonda. Si tratta dell’ostruzione parziale o completa della vena di un arto dovuta a un coagulo di sangue, e non va sottovalutata assolutamente, in quanto sussiste il rischio che alcuni emboli possano raggiungere le arterie dei polmoni e ostruirle. Quindi, in caso di trombosi venosa profonda, è necessario un intervento tempestivo da parte del medico, che potrà prescrivere la necessaria terapia farmacologica per scongiurare ogni rischio.

Infine, anche i dolori che interessano i genitali non vanno trascurati. Un dolore acuto ai testicoli può essere spia di infezioni o infiammazioni. Ma potrebbe trattarsi anche di varicocele, di ernia e, nei casi peggiori, persino di tumore.
Il dolore pelvico che accusano alcune donne durante i rapporti sessuali è un sintomo altrettanto meritevole di approfondimenti clinici. Si può trattare di cisti ovariche, di miomi uterini, o di endometriosi.  Ma anche di Clamidia, un’infezione che, trattata subito con antibiotici, scompare nel giro di 7-10 giorni, ma che, se non individuata in tempo, può causare complicazioni gravi, fino alla chiusura delle tube e alla conseguente infertilità.

 

Di Giuseppe Iorio



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