Nel linguaggio comune, spesso si utilizza il termine “Depressione” in modo improprio, per far riferimento a un qualsiasi stato d’animo caratterizzato da tristezza e noia, anche quando si tratta di una condizione assolutamente fisiologica e di breve durata.
È invece importante sottolineare il fatto che la depressione è un disturbo del tono dell’umore e che, pertanto, si tratta di una condizione clinica ben precisa e connotata.
Proviamo a capire come distinguere questo disturbo, che va curato attraverso trattamenti di tipo farmacologico e mediante alcune forme di psicoterapia, dai transitori periodi di cattivo umore, inevitabili nella vita di chiunque.
Il tono dell’umore è una funzione psichica fondamentale sul piano dell’adattamento al mondo interno e a quello esterno. Di norma, esso è flessibile, dunque varia a seconda dei contesti: si sposta verso l’alto nelle situazioni favorevoli, nei momenti positivi, mentre si sposta verso il basso nelle situazioni sfavorevoli. Nei soggetti colpiti da depressione, il tono dell’umore perde la sua consueta flessibilità, si sposta verso il basso e vi resta, anche in presenza di situazioni esterne favorevoli.
Chi soffre di depressione avverte un costante senso di vuoto interiore, guarda il mondo con pessimismo, si sente disperato e arido e non riesce a provare interesse per alcuna attività. Il depresso avverte un senso di noia persistente, come se il tempo trascorresse molto più lentamente, e la giornata gli appare ferma, interminabile.
In molti casi, alla depressione si associa uno stato d’ansia più o meno consistente, talora accompagnato da sensazioni somatiche, quali peso nello stomaco, nodo alla gola o cerchio alla testa.
Il soggetto depresso è generalmente afflitto da astenia, e la stanchezza che lo attanaglia gli rende complicato lo svolgimento di qualsiasi attività. In alcuni casi, possono manifestarsi anche disturbi della concentrazione, dell’attenzione e della memoria.
Progressivamente, si fa strada l’idea del suicidio, che si manifesta in due pazienti su tre. Il soggetto pensa alla vita come a un peso intollerabile, e spera di addormentarsi per non svegliarsi più. La morte gli appare l’unica possibilità per liberarsi definitivamente della sua angoscia.
Nel nostro Paese, i casi di suicidio annuali sono circa 4.000, mentre molto maggiore è il numero dei tentativi di suicidio che non riescono.
Altri sintomi frequenti di questo disturbo sono la riduzione dell’appetito, con il rischio di andare incontro a dimagrimento, malnutrizione e squilibri elettrolitici, e i disturbi del sonno, che portano il soggetto ad addormentarsi con difficoltà oppure a non riposare mai correttamente per via dei numerosi risvegli notturni che lo lasciano spossato; in altri casi, invece, il depresso è sempre assonnato e tende a dormire troppo a lungo.
Secondo il testo di riferimento per tutti gli psichiatri, ovvero il DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), per diagnosticare un Episodio Depressivo Maggiore è necessario registrare nel paziente, per un periodo minimo di due settimane, la presenza contemporanea di almeno cinque dei sintomi che elencheremo di seguito:
- umore depresso per la maggior parte del giorno, tutti i giorni o quasi;
- significativa diminuzione di interesse e di piacere nelle attività svolte;
- alterazione dell’appetito (generalmente, si manifesta una riduzione dell’appetito e del peso ma, in alcuni casi, può esserci anche un aumento della fame e del peso corporeo);
- alterazione del sonno, sotto forma di insonnia o, più raramente, di ipersonnia;
- agitazione o rallentamento psicomotorio;
- stanchezza e mancanza di energia costanti;
- sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi e inappropriati;
- difficoltà di concentrazione e memoria;
- pensieri di morte e idee di suicidio ricorrenti.
Il DSM IV richiede che tali sintomi non siano ascrivibili all’assunzione di farmaci o sostanze stupefacenti né giustificati da una condizione di lutto. Inoltre, questi sintomi devono causare un disagio palpabile nel soggetto, con riflessi negativi sulla sua vita lavorativa e sociale.
In presenza di cinque o più dei sintomi sopra elencati, è opportuno rivolgersi a uno specialista per avere conferma del probabile stato depressivo nel quale ci si trova e intraprendere un trattamento terapeutico adeguato.
Di Giuseppe Iorio
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E’ vero i sintomi sono proprio questi. Ho avuto la depressione per più di vent’anni ma grazie ad una psicoterapia cognitivo-comportamentale sono riuscito ad acquisire strumenti e strategie per poterla superare!