Gli Acufeni, quei fastidiosi ronzii nelle orecchie

Gli Acufeni sono delle sensazioni uditive, che si manifestano come una sorta di fischio o ronzio, percepite in una o in entrambe le orecchie in assenza di rumori esterni.
Si tratta di un disturbo che assume intensità differente a seconda dei casi: per alcuni soggetti, gli acufeni sono assai lievi, tanto da essere avvertiti soltanto in situazioni di silenzio, mentre altri percepiscono rumori così marcati da avere persino difficoltà nel riposare.

Secondo alcune stime, l’incidenza dell’acufene è abbastanza rilevante, in quanto il disturbo colpisce una percentuale della popolazione mondiale oscillante tra il 10 e il 17%. Il disturbo si manifesta, in prevalenza, nelle persone di età superiore ai 65 anni, più spesso nei soggetti di sesso maschile che nelle donne. Nella maggior parte dei casi, gli acufeni vengono avvertiti in entrambe le orecchie oppure al centro della testa.



Acufeni: Cause

L’acufene ha origine da un malfunzionamento dell’apparato uditivo, perché il nervo acustico trasmette impulsi al cervello anche quando non riceve vibrazioni prodotte da onde sonore esterne.
Le cause fisiologiche che provocano la comparsa degli acufeni non sono del tutto note. Verosimilmente, più che una causa unica, il disturbo deriva dalla combinazione di numerosi fattori.
Tra le cause responsabili dell’insorgenza di acufeni possiamo enumerare:

  • L’esposizione a rumori molto forti, che può danneggiare le cellule ciliate, deputate all’invio di stimoli al nervo acustico. I danni subiti da queste cellule sono irreversibili, sicché gli acufeni possono anche avere carattere permanente.
  • Alcune infezioni dell’orecchio, che determinano la comparsa di acufeni destinati a scomparire una volta curata l’infezione in atto.
  • L’accumulo di cerume all’interno del condotto uditivo, che può compromettere l’udito e generare questo disturbo.
  • L’assunzione di farmaci che provocano problemi all’orecchio, tra i quali la comparsa di acufeni, quasi sempre temporanei.
  • Patologie cardiovascolari: ipertensione, arteriosclerosi e soffio al cuore possono determinare nel paziente un acufene pulsante, cioè un suono che segue il ritmo del battito cardiaco.
  • Alcune forme di tumore.



Uno studio dello scorso anno, condotto presso l’Università di Vienna, ha stabilito l’esistenza di una correlazione tra l’uso di telefoni cellulari e rischio di acufeni.
Stando alle conclusioni dei ricercatori austriaci, coloro che conversavano con il telefono cellulare per più di 10 minuti al giorno vedevano aumentare del 71% le probabilità di andare incontro a questo disturbo.
Il fenomeno sarebbe provocato dalle microonde prodotte dai telefoni mobili.

Acufene: Sintomi

L’acufene viene spesso indicato dal paziente come un ronzio nelle orecchie. Ma il soggetto può anche percepire fischi, tintinnii, fruscii, sibili o pulsazioni.
Il rumore percepito può essere intermittente oppure costante, molto debole oppure assai potente. In molti casi, gli acufeni possono causare disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione. Talora, possono interferire con la vita sociale e lavorativa del soggetto, tanto da spingerlo verso uno stato di depressione.

Acufene: Terapia

Una volta scoperta la causa del disturbo, lo specialista può procedere con l’intervento terapeutico più adatto al singolo paziente.
La terapia farmacologica standard si basa su lidocaina, benzodiazepine, antistaminici e diuretici, sostanze che si sono tuttavia dimostrate prive di effetti duraturi.

Una delle tecniche più innovative per questo disturbo è la cosiddetta “TRT” (acronimo di Tinnitus Retraining Therapy), un trattamento riabilitativo della durata media di 12-18 mesi che permette di eliminare, o di ridurre sensibilmente, la percezione cosciente dell’acufene, in modo tale che quest’ultimo diventi un fattore irrilevante nelle attività quotidiane del paziente. Questa terapia ha lo scopo di ridurre l’eccitabilità di alcune aree cerebrali in modo tale che il rumore possa essere filtrato e non più percepito.
Attraverso l’uso di vari dispositivi, come generatori di suono indossabili oppure esterni e protesi acustiche, si realizza quello che viene definito “arricchimento sonoro ambientale continuo”. In genere, tale arricchimento si avvale di suoni della natura (mare, vento, pioggia), trasmessi a un volume la cui potenza sia tale da non mascherare l’acufene.
Nel corso delle varie fasi della terapia, l’acufene verrà dapprima ancora percepito ma senza che esso abbia alcun effetto emotivo sul paziente e, successivamente, sarà percepito solo in seguito ad uno sforzo di attenzione da parte del soggetto.

Di Giuseppe Iorio



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