Dall’Inghilterra arrivano notizie confortanti per tutte quelle persone che, pur amando i gatti, non possono vivere a contatto con loro a causa delle reazioni allergiche ai peli dei felini domestici.
Grazie a uno studio realizzato presso l’Università di Nottingham da un team guidato dal dott. Amir Ghaem-Maghami e dalla dott.ssa Luisa Martinez-Pomares e pubblicato sulla rivista “Journal of Biological Chemistry”, è stato identificato un recettore, quello del mannosio, che riconosce il principale allergene del gatto, cioè la proteina Fel D1.
La Risposta Allergica Ai Peli Del Gatto
Anzitutto, occorre fare una precisazione. Le reazioni allergiche non sono provocate dai peli del gatto in sé. La proteina Fel D1, infatti, è prodotta dalla ghiandole sebacee del gatto ed è presente anche nella sua saliva. Quando il gatto si lecca, deposita la saliva sul pelo. E quando il pelo si asciuga, la proteina in questione si volatilizza e si disperde facilmente nell’ambiente. Quindi, il pelo del gatto è solo un veicolo dell’allergene.
Il sistema immunitario della persona allergica riconosce la proteina Fel D1 come una potenziale minaccia e, di conseguenza, scatena la sua risposta, che provoca i sintomi tipici dell’allergia, tra i quali asma, prurito, raffreddore, dermatite.
La Ricerca
Gli studiosi dell’Università di Nottingham si sono interessati, come si diceva, al ruolo del recettore del mannosio (RM), che è presente sulla superficie delle cellule dendritiche, tra le prime ad entrare in contatto con gli allergeni. In base ai dati emersi dalla ricerca, il recettore del mannosio sembra essere essenziale affinché il sistema immunitario possa riconoscere la proteina Fel D1 come una sostanza tossica. Pertanto, questo recettore ricopre un ruolo fondamentale nella comparsa delle reazioni allergiche.
Gli autori della ricerca affermano che la loro scoperta rappresenta un valido contributo nella comprensione dei meccanismi di difesa del sistema immunitario umano in quanto risulta adesso più chiaro come l’organismo sia in grado di identificare gli allergeni e rispondere alla loro presenza.
In sostanza, mettendo a punto dei farmaci capaci di bloccare il recettore del mannosio, si potrebbero evitare le reazioni allergiche nei soggetti che non possono stare a contatto con i gatti.
Più in generale, la scoperta potrebbe indicare il percorso per lo sviluppo di nuovi metodi terapeutici nel trattamento delle allergie, metodi che puntino a curare il disturbo più che a ridurne i sintomi.
Consigli per chi soffre di allergia ai gatti
Nell’attesa che vengano perfezionati rimedi farmacologici innovativi basati su sostanze capaci di inibire il recettore del mannosio, se soffrite di allergie causate dalla presenza di gatti in casa, potete adottare alcune utili norme igienico-preventive per contenere i danni.
Anzitutto, è opportuno evitare che i felini entrino in camera da letto e vengano a contatto diretto con indumenti e biancheria intima.
In secondo luogo, potete coprire materassi, piumoni, coperte e cuscini con tessuti in grado di isolare l’allergene dei gatti. Inoltre, è utilissimo l’impiego frequente di aspirapolvere e depuratori d’aria dotati di filtri ad alta efficienza. Essenziale, infine, pulire accuratamente l’animale, almeno una volta a settimana.
Da qualche anno, rivolgendosi al proprio medico curante, è possibile anche far ricorso alla vaccinazione, che al momento rappresenta l’unico rimedio radicale per questa forma di allergia.
Il vaccino per l’allergia ai gatti non necessita di punture perché si assume per via sublinguale, protegge per un anno e risulta privo di effetti collaterali significativi.
Di Giuseppe Iorio