La ricerca italiana, nonostante le molte difficoltà dovute alla scarsa consistenza delle risorse finanziarie sulle quali essa può contare, va avanti. E riesce, in diverse occasioni, a fornire risultati di particolare prestigio. Uno degli ultimi casi in tal senso è rappresentato dall’identificazione di una molecola coinvolta nei processi infiammatori provocati dall’istamina, responsabile principale dei sintomi di allergia. La scoperta è particolarmente rilevante perché potrebbe dare avvio alla produzione di farmaci alternativi agli antistaminici, medicinali che possono indurre effetti collaterali quali sonnolenza, stanchezza, difficoltà di concentrazione e disturbi gastrici.
Le Allergie, un problema sempre più diffuso
Stime recentissime ci dicono che la diffusione delle allergie è in costante aumento e che, entro il 2015, se le tendenze statistiche registrate negli ultimi dieci anni resteranno immutate, il 45% degli italiani potrebbe essere interessato da questo problema.
Gli allergologi spiegano l’incremento crescente del numero di pazienti allergici chiamando in causa sia l’inquinamento dell’aria che lo stile di vita dei Paesi occidentali, per via del quale il sistema immunitario non riceve più quelle indicazioni utili al riconoscimento di sostanze normalmente tollerate.
Attualmente, ben 12 milioni di italiani sono allergici ai pollini e un quinto di essi (2.4 milioni) sono allergici ai pollini d’albero, quindi i loro problemi cominciano già alla fine di Gennaio. Molto preoccupante è anche il dato che riguarda i bambini: al momento, nell’ambito dei Paesi dell’Unione Europea, un bambino su quattro ha problemi di allergia, ma si stima che, entro il 2020, addirittura un bambino su due possa essere affetto da allergie croniche.
Lo Studio
Il gruppo di ricerca che ha identificato la molecola bersaglio che potrebbe offrire alternative farmacologiche agli antistaminici è stato coordinato dal prof. Antonio Filippini, docente di Istologia presso l’Università La Sapienza di Roma. Del team facevano parte sia studiosi de La Sapienza sia ricercatori dell’Università di Oxford.
Quando l’istamina si lega a specifici recettori, come il recettore H1, nelle cellule endoteliali che rivestono il cuore e i vasi sanguigni si verificano una serie di effetti biologici determinati anche da un aumento del calcio all’interno delle cellule. I ricercatori hanno osservato che, inibendo la molecola che provoca il rilascio di calcio dai depositi intracellulari, il NAADP, è possibile bloccare i principali effetti biologici indotti dall’istamina.
Il prof. Filippini sottolinea che il singolo blocco dei recettori dell’istamina, cioè quello garantito dai farmaci antistaminici H1 di seconda generazione, si rivela, in qualche occasione, utile solo in parte, dal momento che non vengono bloccate le interazioni e gli effetti dei differenti agenti infiammatori. Grazie al nuovo studio, invece, si aprono nuove prospettive farmacologiche. Difatti, entro breve, potrebbe essere possibile bloccare selettivamente le sole risposte biologiche indotte dall’istamina che dipendono dal calcio e dalla molecola NAADP, lasciando invece inalterate altre vie di segnalazione.
Informazioni online sulla presenza di pollini
Tutti coloro che soffrono di allergie possono usufruire di informazioni in tempo reale circa la presenza di pollini in specifiche aree geografiche. Basta connettersi ai siti internet delle varie Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA) oppure raggiungere il sito dell’Associazione Italiana di Aerobiologia (www.ilpolline.it), all’interno del quale sono disponibili dei Calendari Pollinici che illustrano l’andamento delle concentrazioni di polline relativo ad aree geografiche omogenee. In questo modo, si potrà conoscere quale sia la concentrazione di polline presente nella zona in cui si risiede o in quella nella quale ci si intende spostare, in modo tale da poter programmare le adeguate misure preventive e predisporre eventualmente i farmaci da portare con sé in viaggio.
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Di Giuseppe Iorio