L’Aterosclerosi (nota anche come Malattia Aterosclerotica) è una patologia infiammatoria cronica del sistema vascolare che colpisce le pareti arteriose. L’aterosclerosi è caratterizzata dalla presenza di ateromi, ovvero di placche formate prevalentemente da materiale lipidico (colesterolo e trigliceridi), sul rivestimento interno delle arterie. La presenza delle placche determina un restringimento del vaso e, di conseguenza, una riduzione del flusso sanguigno.
È opportuno distinguere l’aterosclerosi dall’arteriosclerosi. Il termine “arteriosclerosi” è generico, in quanto indica un insieme di stati patologici contrassegnati da ispessimento, indurimento e perdita di elasticità delle pareti arteriose. L’aterosclerosi rappresenta, invece, la forma più comune di tali stati patologici, cioè la forma di arteriosclerosi maggiormente diffusa.
L’aterosclerosi può interessare qualsiasi arteria del corpo umano, ma in genere essa colpisce le arterie di calibro medio-grande che irrorano il cervello (arterie carotidi), il cuore (arterie coronarie), i reni (arterie renali) o gli arti inferiori (arterie femorali, tibiali o iliache).
Si tratta di una condizione estremamente insidiosa, visto che questa patologia è causa di manifestazioni cliniche gravi come l’infarto del miocardio e l’ictus.
Aterosclerosi: Cause
Le reali cause dell’aterosclerosi non sono del tutto chiarite. Si suppone che la genesi di questa malattia sia multifattoriale.
Esistono soggetti predisposti geneticamente all’insorgenza di questa condizione, come nel caso di quegli individui affetti da dislipidemie ereditarie o da ipercoagulabilità ematica.
Altrettanto certa è la rilevanza di fattori non modificabili come l’età, il sesso e la razza, dato che l’aterosclerosi colpisce soprattutto le persone di età avanzata, di sesso maschile e di razza bianca.
Ma i fattori che incidono maggiormente sullo sviluppo di questa malattia sono quelli relativi allo stile di vita. Infatti, elevati livelli di colesterolo nel sangue, pressione arteriosa elevata, alti livelli glicemici, obesità, abitudine di fumare, scarsa attività fisica e stress costituiscono i principali fattori di rischio cardiovascolare.
Aterosclerosi: Sintomi
L’aterosclerosi non produce sintomi fino a quando il danno subito dalle arterie non raggiunge un’entità tale da determinare una riduzione del flusso sanguigno, che si verifica quando gli ateromi aumentano in numero e volume. Se l’ostacolo al flusso sanguigno diviene particolarmente consistente, diversi organi possono ritrovarsi privi di una sufficiente irrorazione sanguigna. La riduzione dell’afflusso di sangue può determinare:
- claudicazione intermittente, crampi e paralisi muscolare se interessa gli arti inferiori;
- confusione mentale, cefalea e attacchi ischemici transitori se interessa le arterie che irrorano il cervello;
- angina pectoris, con marcato senso di oppressione al torace, se interessa il muscolo cardiaco.
È possibile che l’aterosclerosi si presenti per la prima volta, in un soggetto precedentemente asintomatico, con manifestazioni cliniche potenzialmente fatali, come un infarto miocardico oppure un ictus.
Aterosclerosi: Diagnosi
Se si sospetta che un individuo sia a rischio, si procede anzitutto con esami di routine, come le analisi del sangue e l’elettrocardiogramma, che consentono di verificare i livelli di colesterolo nel sangue e l’eventuale presenza di irregolarità cardiocircolatorie. Ulteriori indagini indicate in caso di sospetta aterosclerosi sono l’esame ecodoppler, che consente di analizzare l’andamento del flusso sanguigno e la morfologia dei vasi per mezzo di ultrasuoni, e l’angiografia coronarica quantitativa, cioè un esame radiologico che permette di evidenziare eventuali restringimenti o blocchi causati da placche aterosclerotiche.
Aterosclerosi: Prevenzione e Terapia
Per ridurre i rischi di sviluppare questa pericolosa condizione patologica e proteggere la salute delle proprie arterie, è necessario adottare uno stile di vita corretto sin dalla giovane età. In particolare, è opportuno:
- seguire una dieta sana, limitando il consumo di alimenti ricchi di grassi saturi o contenenti zuccheri semplici e aumentando la quantità di pesce, legumi, frutta e verdura;
- svolgere regolarmente dell’attività fisica, per mantenere un corretto peso forma e favorire l’azione dei sistemi antiossidanti endogeni, capaci di combattere l’azione dei radicali liberi;
- evitare il fumo, che costituisce uno dei principali nemici delle arterie, in quanto accentua l’azione dannosa svolta dal colesterolo e contrasta gli effetti benefici dei cibi antiossidanti.
Fra i farmaci maggiormente utilizzati nella terapia dell’aterosclerosi, ricordiamo le statine, che riducono i valori di colesterolo LDL e di trigliceridi nel sangue, le resine, che si legano al colesterolo a livello intestinale e ne riducono l’assorbimento, l’acido acetilsalicilico (cardioaspirina) per ridurre i rischi di trombosi.
Quando le dimensioni e lo stato delle placche aterosclerotiche sono tali da determinare un rischio elevato di andare incontro a ictus o infarto, oppure se queste manifestazioni cliniche si fossero già verificate ed esistesse la concreta possibilità di recidive, si rendono necessari interventi chirurgici. I più frequenti sono:
- l’angioplastica, che consiste nell’appiattimento dell’ateroma grazie ad un palloncino inserito all’interno del vaso;
- il bypass, che consiste nell’innesto di una vena o di un’arteria prelevata dal paziente per scavalcare il tratto ostruito;
- l’endoarteriectomia, ovvero la rimozione chirurgica dell’ateroma.
Di Giuseppe Iorio