La Meditazione Trascendentale combatte l’ansia e lo stress e rivitalizza la mente. Ma, oltre a questi benefici psichici, questa pratica sembra anche capace di dimezzare il rischio di mortalità connessa ad infarti e ictus. Queste le conclusioni alle quali sono giunti gli studiosi del Medical College of Wisconsin, negli Stati Uniti, autori di una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Archives of internal medicine”.
Cos’è la Meditazione Trascendentale?
Si tratta di una tecnica che permette alla nostra mente di sperimentare la coscienza trascendentale, uno stato di pura consapevolezza calmo e piacevole, che stimola le capacità creative presenti allo stato latente in ciascun individuo. Tale pratica è stata resa celebre in tutto il mondo dai Beatles, ma non si contano gli artisti e gli intellettuali, tra i quali anche i noti registi Martin Scorsese e David Lynch, che si dichiarano entusiasti degli effetti della Meditazione Trascendentale per l’equilibrio che essa consente di raggiungere e per l’apporto che fornisce al loro estro creativo.
Questa tecnica prevede sedute di quindici o venti minuti al mattino e alla sera. Seduti, con gli occhi chiusi, si ripete un mantra, cioè una parola o una frase che viene assegnata a ciascun praticante dopo un corso preparatorio e che non dev’essere rivelata. La ripetizione serve ad escludere i pensieri indesiderati, creando uno stato di rilassamento e di estrema concentrazione.
Lo studio
I ricercatori hanno seguito per ben 9 anni lo stato di salute di 201 pazienti, di entrambi i sessi e con un’età media di 59 anni, affetti da patologie cardiovascolari. I soggetti sono stati suddivisi in due gruppi: il primo praticava regolarmente la meditazione trascendentale, mentre il secondo si limitava a seguire le terapie abituali.
I dati emersi dalla sperimentazione hanno evidenziato che coloro i quali si dedicavano alla meditazione con costanza vedevano ridurre il rischio di essere vittime di un attacco di cuore del 47% rispetto ai soggetti che seguivano le cure tradizionali.
Il dottor Robert Schneider, uno degli autori della ricerca, sottolinea che lo studio, per ora solo all’inizio ma già in grado di fornire risultati molto incoraggianti, si basa su precedenti sperimentazioni che hanno dimostrato come un programma di meditazione trascendentale possa ridurre i valori della pressione sanguigna e i livelli di colesterolo, abbassando il numero di decessi provocati da eventi cardiovascolari.
Tali benefici si spiegano col fatto che la meditazione trascendentale aiuta a controllare lo stress, uno dei fattori di rischio più rilevanti nelle malattie cardiache.
In ogni caso, sottolineano i ricercatori americani, la meditazione trascendentale deve essere considerata un complemento, e non certo un’alternativa, ai trattamenti farmacologici usuali.
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Di Giuseppe Iorio