Numerosi studi hanno dimostrato come determinate aree encefaliche, quali l’ippocampo in particolare, abbiano la capacità di imparare, apprendere e immagazzinare nuove informazioni, influenzando di conseguenza l’attività delle altre aree corticali; il nostro cervello è infatti un sistema dinamico, si parla per tanto di plasticità cerebrale. Ebbene, a questo proposito è noto che “allenare” il cervello è una pratica molto utile contro l’invecchiamento ed è risultato essere particolarmente importante nella prevenzione delle demenze, quali l’Alzheimer, sempre più frequenti anche a causa dell’aumentata aspettativa di vita.
Certamente la lettura, i semplici esercizi mentali quali i cruciverba o il sudoku sono modi comuni e alla mano per tenersi attivi. Studi recenti hanno dimostrato che un ottimo strumento per tenere vivaci le nostre capacità cognitive è il gioco del poker. Infatti questo tipo di sport richiede l’uso di abilità importanti da parte dei sistemi neuronali: basta pensare a quanto un giocatore di poker debba tenere a mente le carte degli avversari e le carte a terra nel Texas Hold’em, oppure, ancor di più, a quanto sia importante riuscire a capire quando un avversario sta bluffando, cosa che richiede un’attenzione ai particolari ed un’approfondita conoscenza dell’espressività e delle emozioni umane.
A tutto questo si aggiunge anche il fatto che, da uno studio svolto alla McGill University di Montreal in Canada, durante una partita di poker i livelli di cortisolo (un ormone secreto dalla corticale del surrene, particolarmente legato ai livelli di stress) scendono di circa il 17% rispetto ai valori iniziali. Ciò è dovuto al fatto che il giocatore impegnato in una partita concentra tutte le sue capacità e attenzioni sul tavolo da gioco, disattivando così momentaneamente altre regioni cerebrali deputate a regolare situazioni di stress legate alla vita quotidiana.
Un ottimo modo quindi per rimanere giovani e tenere in esercizio i nostri neuroni affaticati.