Il cibo che mangiamo contribuisce a determinare la tipologia di microrganismi presenti nel nostro intestino. Lo stabilisce uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori di diverse università americane e francesi, in collaborazione con gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, e pubblicato sulla rivista “Science”.
Lo studio ha messo in evidenza il fatto che la dieta sembri influenzare il nostro ecosistema intestinale addirittura più dell’evoluzione.
Quindi, adottando uno stile di vita corretto, a partire da un’alimentazione sana e bilanciata, non solo si può migliorare il proprio stato di salute generale, ma si possono anche prevenire, o almeno ritardare, molte patologie connesse all’invecchiamento.
In una prima fase della ricerca, sono state svolte delle analisi su 33 mammiferi. Da queste analisi, è emersa l’esistenza di un’associazione diretta tra il tipo di dieta seguita dall’animale e la flora batterica intestinale: si è notato che i microrganismi presenti nell’intestino dei carnivori erano specializzati nel degradare le proteine, mentre quelli presenti nell’intestino degli erbivori erano specializzati nel sintetizzare aminoacidi.
Per la seconda fase dello studio, sono state coinvolte 18 persone. I ricercatori hanno optato per dei soggetti che seguivano un regime alimentare di restrizione calorica perché questi ultimi tendono a registrare attentamente tutto quello che consumano. Anche in questo caso, le analisi hanno confermato che le fibre e le proteine assunte con la dieta influenzavano la struttura e le funzioni dell’ecosistema intestinale di ciascun individuo.
Uno degli autori dello studio, il dottor Luigi Fontana, direttore del Reparto di Nutrizione e Invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità, spiega che, nel nostro intestino, vivono miliardi di batteri che interagiscono col nostro organismo e ne influenzano le funzioni. Ad esempio, dei batteri intestinali particolarmente efficienti, capaci di mettere a disposizione grandi quantità di nutrienti, possono avere influenza sull’obesità.
L’organismo umano secerne fattori metabolici che, insieme ai cibi consumati, plasmano i batteri. Questi ultimi, a loro volta, producono dei metaboliti capaci di proteggerci da alcune patologie, come le malattie infiammatorie croniche dell´intestino, il diabete e, probabilmente, anche il cancro, in particolare quello al colon.
L’auspicio dei ricercatori è che, svolti i necessari approfondimenti per chiarire come l’alimentazione influenzi concretamente le funzioni dei batteri e come questi ultimi influiscano sullo stato di salute degli individui in cui vivono, si possa arrivare a programmare dei regimi dietetici specifici per prevenire, o contribuire a curare, alcune malattie.
Ad esempio, conclude il dottor Fontana, si potrebbero assumere delle sostanze, come i probiotici, per fare in modo che vengano eliminati dall’ecosistema intestinale i microrganismi nocivi per il metabolismo e che ci sia una selezione dei batteri più indicati per il trattamento di una determinata patologia.
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Di Giuseppe Iorio