Ipertensione, possibili terapie dallo studio di un gene del pollo

Pressione Arteriosa e Ipertensione

Pressione Arteriosa e Ipertensione

Un gene che provoca cecità ed anomalie renali nei polli potrebbe rivelarsi un fattore essenziale nella cura dell’ipertensione, dato che si tratta dello stesso gene che predispone l’uomo al rischio di pressione alta.
La scoperta si deve ad un team di studiosi dell’Università di Abertay  e del Ninewells Hospital, entrambi con sede a Dundee, che hanno collaborato con colleghi delle Università di Edimburgo e di Leeds. Lo studio realizzato dai ricercatori britannici è stato pubblicato sulla rivista “Plos one”.

Ipertensione, il killer silenzioso

L’ipertensione è anche nota come “il killer silenzioso” perché spesso può accompagnare una persona per molti anni senza dare alcun segnale della sua presenza.



Nel solo Regno Unito, questa condizione patologica  provoca circa 62 mila decessi ogni anno. In Italia, si stima che i soggetti ipertesi siano oltre 10 milioni, e che la grande maggioranza di coloro che sono affetti da ipertensione non sia consapevole della propria condizione e, dunque, non segua alcuna terapia, esponendosi così al rischio di ictus, infarti e scompensi cardiaci.

L’alimentazione e l’attività fisica sono elementi di grande rilievo nella prevenzione e nella cura di questa patologia. Ma lo stile di vita non è il solo aspetto determinante. Infatti, alcune persone sono geneticamente predisposte ad un aumento stabile dei valori di pressione arteriosa, indipendentemente dalla dieta seguita e dall’attività motoria svolta.



Lo studio

Il gene che provoca problemi renali nei polli e che può portarli alla cecità è denominato “GNB3”. Si tratta di un gene che è presente anche nella metà della popolazione umana.
I ricercatori sono convinti del fatto che, attraverso lo studio dell’azione del gene nei polli, si potrebbe comprendere in che modo le funzioni renali nelle quali è coinvolta la variante umana del gene GNB3 influiscano sulla predisposizione all’ipertensione.
Il dottor Doug Lester precisa che, chiarendo la correlazione tra la funzionalità renale e l’insorgenza dell’ipertensione arteriosa, si potrebbe arrivare allo sviluppo di farmaci efficaci per la cura della patologia in quei soggetti che, pur adottando uno stile di vita corretto, non riescono a riportare la pressione verso valori normali proprio a causa della loro predisposizione genetica.

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Di Giuseppe Iorio



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