La Meditazione può migliorare la qualità della vita. Un’affermazione che trova crescenti riscontri presso la comunità scientifica, che spesso prova a verificare sperimentalmente gli effetti positivi di questa pratica di origine orientale sulla salute psichica e su quella fisica.
Uno degli studi più recenti su questo tema è quello pubblicato dalla rivista “Perspective on Psychological Science” e coordinato da Britta HÖlzel, psicologa e ricercatrice presso la Harvard Medical School e la Justus Liebig University.
La Hölzel e il suo team si sono interessati alla meditazione mindfulness, un metodo che indirizza l’attenzione sugli eventi del momento presente. In sostanza, questa pratica parte dal presupposto che la mente umana sia attraversata da un flusso di pensieri (spesso distorti) che, in assenza di controllo, possono diventare responsabili del nostro malessere, e si propone di agire su questo flusso per contribuire a risolvere i più comuni disturbi psichici.
Lo studio ha tenuto conto di ricerche precedenti per tracciare un quadro esaustivo dei vantaggi che la meditazione mindfulness può garantire a chi la pratica regolarmente.
Per quanto riguarda i benefici sul piano fisico, questo metodo risulta correlato ad un rafforzamento del sistema immunitario e ad un abbassamento della pressione sanguigna.
Ma gli effetti più consistenti sembrano essere quelli sul cervello. Grazie alla meditazione mindfulness, infatti, aumenta la concentrazione di materia grigia in alcune aree cerebrali, come l’ippocampo, essenziale per la memoria e l’apprendimento, e si verificano mutamenti nella struttura dell’amigdala (il centro emozionale del cervello), tali da favorire una riduzione dello stress.
Lo scopo principale della ricerca, secondo la coordinatrice, era quello di svelare la complessità di questo metodo di meditazione, fornendo un quadro d’insieme della disciplina attraverso un riordino delle varie componenti, come si trattasse di un mosaico da ricomporre.
Questa pratica, infatti, si può considerare multifacciale, dato che ingloba diversi elementi chiave. Per la precisione, sono quattro le componenti basilari che caratterizzano la meditazione mindfullness: la regolazione dell’attenzione, il senso del sé, la consapevolezza del corpo e il controllo delle emozioni.
Tali componenti, sebbene teoricamente distinte l’una dall’altra, sono strettamente interconnesse tra loro.
Ad esempio, la consapevolezza del corpo può risultare essenziale nell’individuare e controllare le emozioni connesse alle esperienze vissute, mentre la regolazione dell’attenzione può agevolare la consapevolezza del proprio stato psicologico.
Gli studiosi cercheranno ora di approfondire lo studio delle relazioni tra le diverse componenti fondamentali della meditazione mindfulness e di comprendere i meccanismi cerebrali ad esse soggiacenti.
In tal modo, questa tecnica di meditazione potrebbe diventare, in futuro, un sostegno significativo alla psicoterapia, con la possibilità di studiare interventi calibrati sui singoli pazienti.
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Di Giuseppe Iorio