La Rosolia è una malattia esantematica causata da un virus del genere dei Rubivirus. Si tratta di una patologia tipica dell’età infantile: difatti, una volta infettato, il soggetto diventa immune per tutta la vita.
In genere, la rosolia provoca un malessere piuttosto lieve nei bambini, mentre risulta molto pericolosa se contratta da una donna durante la gravidanza, in particolare durante i primi 4 mesi, in quanto c’è il rischio che il nascituro possa essere affetto da sordità, da malformazioni cardiache, da disturbi oculari o da ritardo mentale, ma anche la possibilità che si verifichi un aborto o una morte intrauterina.
La malattia, un tempo diffusa in tutto il mondo, risulta oggi abbastanza contenuta nei Paesi Occidentali, grazie ai programmi di vaccinazione.
Rosolia: Cause
La rosolia si trasmette in due modalità: inalando goccioline di saliva o di muco emesse da un individuo infetto e trasportate dall’aria oppure da madre a figlio durante la gravidanza.
In genere, l’incubazione dura 2-3 settimane, mentre la patologia ha una durata di 7-10 giorni.
Il paziente risulta contagioso già una settimana prima della comparsa dei sintomi e fino ad una settimana dopo il manifestarsi della malattia.
Rosolia: Sintomi
I primi sintomi sono malessere generale, febbre leggera (37-38°), rigonfiamento dei linfonodi situati nella parte posteriore del collo, dolori articolari, arrossamento e bruciore agli occhi, comparsa di macchie di colore rosa sul corpo (prima sul viso e sul collo poi su tronco e arti). L’eruzione cutanea tipica della rosolia, che dura mediamente 2 giorni, è abbastanza simile a quella che caratterizza il morbillo, ma più lieve e meno estesa.
La malattia può essere confusa con altre patologie infettive, quindi la diagnosi certa si ottiene solo attraverso esami di laboratorio capaci di isolare il virus o tramite la ricerca degli anticorpi specifici nel sangue. Attraverso tali test, è possibile stabilire se il soggetto ha già avuto la malattia e, quindi, se necessita di vaccinazione.
Rosolia: Terapia
Non esiste un trattamento specifico per curare la rosolia, quindi il trattamento è sintomatico e si basa su farmaci antidolorifici o antifebbrili.
Il modo migliore per difendersi dalla rosolia e limitarne la diffusione è rappresentato dalla vaccinazione preventiva, che garantisce l’immunità perpetua.
La somministrazione del vaccino, che in genere protegge anche da morbillo e parotite, è suggerita sia ai bambini tra i 12 e i 15 mesi di età, con un richiamo attorno ai 5-6 anni, sia, data la pericolosità della malattia per il feto, alle donne in età fertile non immunizzate (purché non gravide, dato che il vaccino potrebbe provocare l’insorgenza della rosolia nel nascituro).
di Giuseppe Iorio