Se tenete a sembrare più giovani rispetto alla vostra reale età anagrafica, dovete tenere sotto controllo i valori della glicemia.
Questa la singolare conclusione alla quale sono giunti gli studiosi della Leiden University, in Olanda, grazie ad una ricerca coordinata dalla dottoressa Diana van Heemst e pubblicata sulla rivista “Age”.
Il team di scienziati ha coinvolto in un esperimento 602 volontari, ai quali è stata anzitutto misurata la glicemia. In seguito, un gruppo di 60 persone è stato chiamato a visionare le foto dei volontari, allo scopo di attribuire a ciascun soggetto una determinata età. Naturalmente, il giudizio degli osservatori doveva basarsi esclusivamente sull’aspetto del viso raffigurato nelle fotografie visualizzate.
L’attento esame dei giudizi espressi da chi era stato chiamato a valutare la foto ha portato la dottoressa Van Heemst e i suoi collaboratori a stabilire l’esistenza di un rapporto preciso tra valori glicemici, espressi in millimoli/litro (mmol/l), ed età percepita.
In pratica, per ogni millomole/litro di glucosio nel sangue in più rispetto ai valori standard – che, a digiuno, si aggirano attorno ai 4-5 mmol/l – si andrebbe incontro ad un invecchiamento percepito del volto quantificabile in 5 mesi.
I ricercatori hanno quindi concluso che i volontari con livelli di glucosio più bassi apparivano di un anno-un anno e mezzo più giovani rispetto ai soggetti con valori glicemici più alti o alle persone affette da diabete.
Un fenomeno la cui spiegazione starebbe, secondo gli studiosi, nella capacità degli zuccheri di legarsi al collagene, proteina essenziale per l’elasticità della pelle, e di ostacolarne l’attività.
Ovviamente, al di là della possibilità di conservare un aspetto più giovanile, esistono molte altre ragioni che dovrebbero persuaderci a tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue e ad optare per uno stile di vita salutare, fatto di una dieta equilibrata e di attività fisica da praticare con regolarità.
Difatti, la glicemia alta, che rappresenta l’elemento comune tra le diverse forme di diabete, è dannosa perché contribuisce deteriorare le pareti interne dei vasi e a favorirne l’occlusione, con rischi di complicanze sia microvascolari, con sintomi a carico di occhi, reni e sistema nervoso, sia macrovascolari, che consistono in ictus e infarti.
La glicemia alta, inoltre, è spesso associata ad ipertensione e ad alti valori di colesterolo LDL e di trigliceridi.
In definitiva, gli esperti suggeriscono alle persone che hanno compiuto 40 anni di controllare periodicamente i valori della glicemia, in modo tale da poter eventualmente individuare il diabete quando la patologia è ancora asintomatica.
Un consiglio che dovrebbe essere tenuto in considerazione da chiunque, ma che dovrebbe interessare ancor più le persone obese o sovrappeso e coloro che hanno precedenti familiari di diabete di tipo 2, per i quali i rischi di andare incontro alla malattia sono superiori alla media.
di Giuseppe Iorio