Carenza di Vitamina C, rischi per il cuore

La Vitamina C (acido ascorbico) è essenziale per il nostro organismo da diversi punti di vista: contribuisce a rendere più efficiente il sistema immunitario, la sua azione antiossidante nutre e mantiene elastica la pelle, previene varie patologie che colpiscono gli occhi.
Oltre a garantire questi benefici, la vitamina C è indispensabile anche per il cuore. Infatti, stando ad una ricerca effettuata dagli studiosi dell’Università di Ulsan, in Corea del Sud, e presentata all’American Heart Association Scientific Sessions, bassi livelli di acido ascorbico sono correlati ad un aumento dei livelli di una proteina, la hs-CRP, che incrementa il rischio di infiammazioni e malattie cardiache.



Il dottor Eun Kyeung Song, uno degli autori della ricerca, afferma che lui e i suoi collaboratori hanno scoperto che un adeguato apporto di vitamina C risulta associato ad una sopravvivenza più lunga nei soggetti che soffrono di insufficienza cardiaca.
Queste conclusioni derivano da una serie di indagini svolte su 212 volontari, con età media di 61 anni. Il 45% dei soggetti presi in esame era affetto da insufficienza cardiaca di grado moderato o grave.

La prima fase dei test ha avuto la durata di 4 giorni. I partecipanti dovevano riportare la lista dei cibi consumati in un diario alimentare. Il diario è stato poi analizzato da un nutrizionista che, grazie ad un software specifico, ha calcolato la quantità di vitamina C assunta da ciascun soggetto. Infine, tramite degli esami del sangue, sono stati rilevati i livelli della proteina hs-CRP.

La prima parte della ricerca ha messo in evidenza che 82 dei partecipanti, circa il 40% del campione, non assumevano una quantità sufficiente di vitamina C (in base ai parametri stabiliti dall’Institute of Medicine). Inoltre, in virtù dei risultati delle analisi ematiche, i pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: nel primo, sono stati collocati i soggetti considerati più a rischio, cioè le persone con livelli di hs-CRP superiori ai 3 mg/litro, mentre i volontari con livelli della proteina inferiori ai 3 mg/litro sono stati inseriti nel secondo gruppo.



I soggetti sono stati poi monitorati per un anno, allo scopo di determinare entro quanto tempo si sarebbero verificati problemi cardiaci tali da richiedere una visita al pronto soccorso o un ricovero ospedaliero, oppure così gravi da provocare la morte.
Gli eventi cardiaci negativi appena elencati hanno interessato 61 soggetti, colpendo soprattutto i partecipanti considerati a rischio più alto. In particolare, secondo i ricercatori, l’apporto inadeguato di vitamina C e i livelli alti di hs-CRP raddoppiavano le probabilità di morte dovuta a cause cardiovascolari.

In definitiva, abbiamo l’ennesima conferma del fatto che la vitamina C sia una sostanza estremamente salutare. In questo periodo dell’anno, poi, l’acido ascorbico è indispensabile per stimolare la produzione di anticorpi e proteggerci dai malanni invernali.
La dose giornaliera consigliata di vitamina C è di 60 mg per i soggetti adulti, che diventano 100 mg per i fumatori (in quanto il fumo riduce la capacità dell’organismo di assorbire questa vitamina).
Pertanto, non possiamo che suggerirvi di fare in modo che sulla vostra tavola non manchino mai le fonti naturali di vitamina C, come gli agrumi, i kiwi, i cavolfiori, gli spinaci, i peperoni rossi, il prezzemolo, i frutti di bosco.

Cuore: Vitamina C e Pressione Arteriosa

di Giuseppe Iorio



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