Che questa notizia arrivasse proprio da una prestigiosa università olandese non c’era da aspettarselo, essendo questa la patria delle droghe leggere, liberalizzate per cercare – secondo la classe dirigente di questa nazione – di combattere in modo alternativo la diffusione delle droghe piú pesanti dando comunque la possibilità alla popolazione di assaggiare una variante considerata poco dannosa di droga.
Invece l’università Radboud di Nimega, dopo aver ottenuto i risultati di un test condotto su alcuni giovani che facevano regolarmente uso di cannabis ha pubblicato una relazione sul rapporto tra questa e la depressione.
In particolare esistono soggetti già predisposti geneticamente a questo genere di malattia psichiatrica per una particola mutazione di un gene implicato nella produzione della serotonina.
Per chi non lo sapesse la serotonina è un importante neurotrasmettitore implicato nella regolazione del tono dell’umore, buona parte degli antidepressivi prescritti dai medici si basano appunto sulla loro capacità di stimolare il sistema nervoso centrale a produrne una sufficiente quantità.
Oggi gli psichiatri iniziano a dare importanza a questa sostanza anche in quei disturbi affettivi implicati nella capacità di innamorarsi e mantenere un rapporto costante col proprio partner.
Ovviamente aver provato cannabis un paio di volte nella vita non è considerata una cosa pericolosa, ma sappiamo che ci sono persone che ne abusano volontariamente.
All’inizio potrebbe esercitare anche un effetto benefico sulla psiche, considerato che questa sostanza è usata proprio per alcune proprietà rilassanti e tranquillizzanti.
Gli effetti a lungo termine sono però deleteri, provocando depressione.
E’ chiaramente impossibile andare ad individuare quei soggetti con questa particolare mutazione che aumenta di molte volte il rischio di arrivare ad una franca depressione, inoltre sono davvero tanti i fattori da considerare.
Ogni medico deputato alla diagnosi di questa malattia pone sempre al paziente la fatidica domanda sull’uso o meno di sostanze stupefacenti, sperando di ottenere una risposta sincera.
Un consumatore abituale di cannabis prima o poi sarà assuefatto e l’effetto tranquillizzante e distensivo inizierà ad essere insufficiente.
Anche coloro i quali non hanno questa particolare predisposizione genetica della serotonina non è detto che possano stare tranquilli, anche se più tardi qualcosa potrebbe danneggiarli prima o poi, soprattutto se si inizia in giovane età, quando il cervello è ancora plastico e immaturo.
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