Il Linfoma di Hodgikin è una neoplasia linfoide, che peró si differenzia da altre neoplasie simili per alcuni aspetti che malgrado il nome la fanno assomigliare ad un tumore solido.
Presenta infatti una progressione abbastanza ordinata, che comincia quasi sempre a partire dall’evidenza di una massa linfonodale superficiale palpabile a livello dei linfonodi latero-cervicali, ascellari, sotto-mandibolari o inguinali, che possono già alla base di un primo sospetto, nonostante le stesse sedi possano essere interessate per qualsiasi motivo, anche non grave.
Col tempo le sedi da singole possono divenire multiple, e se non viene attuata nessuna terapia si arriva anche ad un interessamento extra nodale, in organi come milza e fegato.
Quando è dimostrabile l’interessamento midollare, si dice che la neoplasia è all’ultimo stadio.
Questa progressione così ordinata difficilmente la vedremo in leucemie e linfomi di altro genere, e questa è una cosa positiva, che aiuta oltre che nella diagnosi anche nella terapia, che sarà mirata, in base alle strutture raggiunte, avvalendosi oltre che della solita chemioterapia anche della chirurgia e della radioterapia.
La diagnosi di certezza si effettua mediante biopsia di un linfonodo colpito.
L’anatomo patologo noterà la presenza delle celle cellule di Hodgikin, che sono la variante mononucleata delle cellule di reed sternberg, anch’esse presenti con il tipico nucleo ad occhi di civetta.
La sola presenza di queste cellule non è sempre sufficiente a concludere la diagnosi, deve esserci anche la presenza di un ricco infiltrato pleomorfo in cui peró spicca la componente granulocitaria eosinofila, altrimenti si corre il rischio di confondere la patologia con altre dotate di cellule reed sternberg-simili.
Il linfoma di hodgkin è una di quelle neoplasie linfoidi che tende a colpire in giovane età, in genere entro i 35 anni.
di donatello concordia