La Cleptomania

La Cleptomania è un disturbo psichico caratterizzato dall’incontenibile desiderio di rubare oggetti, indipendentemente dal loro valore economico o dalla loro utilità per il soggetto che se ne appropria.
Quasi sempre, infatti, gli oggetti trafugati hanno un costo irrisorio ed è raro che il cleptomane li conservi, perché in genere essi vengono restituiti, regalati o gettati via.

È piuttosto difficile valutare il numero di persone interessate da questo disturbo ma, secondo alcuni studiosi, la cleptomania colpirebbe lo 0,5-1% della popolazione. Il ladro compulsivo tipo, secondo i dati offerti dalla letteratura scientifica, sarebbe una donna sui 35 anni che ha iniziato a rubare attorno ai 20 anni.



Cleptomania: Cause

Le cause della cleptomania non sono del tutto note. Sembra che nel disturbo possa esserci una componente genetica connessa al modesto livello di serotonina presente a livello cerebrale.
Tra le cause scatenanti, di frequente ci sono esperienze e condizioni di vita molto stressanti, quali la perdita di persone care o una profonda insoddisfazione personale.
Alcuni psicologi sostengono che il desiderio irresistibile di rubare sia un modo per trovare appagamento e piacere da parte di quei soggetti la cui vita sessuale è poco soddisfacente.
In diversi casi, il disturbo si accompagna ad altre patologie, come la depressione, i disturbi d’ansia, il disturbo borderline. Molto comune è anche l’associazione della cleptomania ai disturbi dell’alimentazione, la bulimia nervosa in particolare.

Cleptomania: Sintomi

Il soggetto ha una propensione al furto del tutto incontrollabile, che si presenta in modo improvviso. Questo impulso viene accompagnato da uno stato di eccitazione molto forte, unito ad ansia e disagio.
Non appena il cleptomane entra in possesso dell’oggetto rubato, egli prova sollievo e soddisfazione per alcuni minuti, di norma sino a quando non ci si allontana dal luogo nel quale è stato compiuto il furto. Quindi, entro breve tempo, il soggetto realizza di aver commesso un’azione deprecabile ed inizia ad avvertire sensi di colpa, rimorsi e frustrazione per la propria incapacità di controllare gli impulsi, sensazioni che spesso sfociano in uno stato depressivo.

Questo disturbo può presentarsi con un corso variabile a seconda dei casi. Per alcuni soggetti, la frequenza degli impulsi al furto aumenta col passare del tempo; altri, invece, alternano periodi nei quali avvertono ricorrenti impulsi di rubare a lunghe fasi di remissione.



Cleptomania: Diagnosi

Secondo il DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), la diagnosi di cleptomania si può formulare quando nel soggetto sono rintracciabili le 5 caratteristiche seguenti:

  • incapacità ricorrente di resistere all’impulso di rubare oggetti che non hanno particolare valore né utilità per il soggetto;
  • impellente bisogno di rubare non determinato da rabbia, desiderio di vendetta, delusione o allucinazione;
  • senso di tensione molto marcato prima di appropriarsi dell’oggetto;
  • piacere, sollievo e soddisfazione immediatamente dopo il furto;
  • atti furtivi non attribuibili ad un disturbo del comportamento, al disturbo antisociale di personalità o ad un episodio maniacale.

Cleptomania: Terapia

Il primo passo per affrontare il disturbo è quello di prendere consapevolezza del problema e consultare uno specialista per avviare un percorso terapeutico. Capita spesso, infatti, che il cleptomane non voglia saperne di ammettere il suo problema fino a quando non viene colto in flagrante.
In genere, la scelta terapeutica più efficace è rappresentata dalla terapia cognitivo-comportamentale, eventualmente abbinata alla somministrazione di psicofarmaci.

di Giuseppe Iorio



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