L’evoluzione della società contemporanea ha portato alla luce delle nuove forme di dipendenza patologiche legate alla ripetizione ossessiva di comportamenti socialmente accettati. Tra le Nuove Dipendenze, o “New Addictions” per chi preferisce la definizione in lingua inglese, possiamo ricordare la tecnodipendenza, il gioco d’azzardo patologico, la dipendenza da shopping, quella affettiva e quella da lavoro.
Quest’ultima dipendenza consiste nel considerare il lavoro come l’unica attività capace di fornire soddisfazione e nel sentirsi annoiati, frustrati e inutili quando non si ha modo di svolgere la propria attività lavorativa.
I lavoratori instancabili, identificati in passato come “stacanovisti”, oggi sono detti “workaholics” con un gioco di parole che assimila coloro che soffrono di questa dipendenza agli alcolisti (“alcoholics”). Il parallelo non è così azzardato se si considerano gli effetti negativi sulla vita di relazione e sulla salute psico-fisica provocati da questo disturbo.
Dipendenza da Lavoro: Cause
Il lavoro, oltre ad essere un’attività necessaria per raggiungere l’indipendenza economica, rappresenta anche un mezzo di affermazione sociale e uno snodo fondamentale per il passaggio all’età adulta. Da alcuni anni a questa parte, però, i lavoratori sono sottoposti a pressioni di produttività molto forti e a richieste di prestazioni sempre più impegnative sul piano temporale, con la conseguenza che il confine tra vita privata e vita lavorativa è diventato sempre più labile.
Questo processo è stato favorito anche dalla diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione, che rendono le persone rintracciabili in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, quindi potenzialmente sempre pronte per fronteggiare gli eventuali imprevisti professionali che si dovessero verificare. In diversi casi, le pressioni esterne sopraelencate possono indurre il soggetto a dedicare tutte le proprie energie al lavoro, restandone così assorbito da iniziare a vivere in funzione dello stesso.
Dipendenza da Lavoro: Sintomi e Diagnosi
Nel workaholic, l’attenzione per il computer e per il cellulare è costante, il pensiero è sempre rivolto al lavoro, anche durante i fine settimana o i periodi di ferie, e il relax diventa una condizione ignota. Spesso, poi, per reggere i ritmi di lavoro, il soggetto inizia ad abusare di nicotina, caffeina, alcool o sostanze stimolanti.
Anche le relazioni interpersonali vengono trascurate, si tende all’isolamento sociale e non si mostra interesse nemmeno verso i propri familiari (e molti sono i casi di separazione e i divorzi addebitabili a questa forma di dipendenza).
Compaiono, poi, anche problemi fisici, quali mal di testa, disturbi gastrointestinali, disturbi cardiocircolatori, dolori muscolari, insonnia, e sintomi psichici, come ansia, sensi di colpa, depressione.
Non sempre è possibile distinguere tra un lavoratore passionale ed un workaholic. Uno degli aspetti salienti in tal senso riguarda il fatto che il primo, pur dedicando troppo tempo e troppe energie all’attività lavorativa, riesce ancora a provare piacere nel coltivare hobby e rapporti sociali; chi è affetto da dipendenza da lavoro, invece, non riesce a dedicarsi ad altro che alla propria attività lavorativa, mentre tutto il resto rappresenta una perdita di tempo.
Dipendenza da Lavoro: Terapia
Per curare questa forma di dipendenza, occorre rivolgersi ad uno specialista in grado di tracciare un percorso terapeutico che intervenga sulla ristrutturazione cognitiva, sull’autostima e sulla tendenza all’autodistruzione del paziente.
Gli approcci più frequenti si basano sulla psicoterapia cognitivo-comportamentale, sulla terapia familiare e di coppia, sui gruppi di auto-aiuto e sulla somministrazione di farmaci per modulare il tono dell’umore e gestire la componente compulsiva che caratterizza il disturbo.
di Giuseppe Iorio
Una risposta
[…] Nella nostra epoca, ossessionata dalla produttività, spesso si tende a considerare ogni momento di relax come una perdita di tempo e di denaro. Fortunatamente, il mondo della scienza ci ricorda che le cose non stanno esattamente così. Molti studi, infatti, sono in grado di fornire evidenze empiriche relative al fatto che gli esseri umani non sono automi programmati per lavorare a ritmi estenuanti. E chi lo fa, corre il rischio di essere così risucchiato dal lavoro da diventarne dipendente. […]