Ftalati e rischio Diabete

Già discussi da qualche tempo per via della loro possibile influenza negativa sulla gravidanza, sullo sviluppo del feto e sulla fertilità maschile, gli ftalati sono di nuovo sul banco d’accusa. Stavolta, per una loro presunta correlazione con l’insorgenza del diabete di tipo 2, messa in evidenza da una ricerca svedese.

Ftalati, cosa sono?

Prima di addentrarci nei dettagli dello studio, definiamo meglio cosa siano gli ftalati. Si tratta di sostanze chimiche il cui utilizzo principale consiste nel rendere più flessibile il cloruro di polivinile (PVC).
Gli ftalati trovano largo impiego in prodotti di uso comune, come giocattoli e articoli per l’infanzia, vernici, candele profumate, deodoranti per l’ambiente, bagnoschiuma e cosmetici. Data la loro grande diffusione, non è difficile venire a contatto con queste sostanze ed assorbirle.



Lo studio

Alcuni ricercatori dell’Università di Uppsala, in Svezia, hanno analizzato un campione di oltre 1000 persone, di entrambi i sessi e con almeno 70 anni di età, ed hanno pubblicato i risultati dello studio sulla rivista “Diabetes Care”.
Dopo un prelievo ematico, sono stati dapprima esaminati i valori della glicemia e dell’insulina; poi i campioni di sangue dei soggetti sono stati sottoposti a delle analisi per registrare la presenza di diverse tossine ambientali, comprese quelle che si formano nel nostro organismo quando si entra in contatto con gli ftalati.

Le analisi hanno fatto emergere l’esistenza di una relazione tra i livelli ematici di alcuni ftalati e il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. In particolare, i soggetti con livelli di ftalati più alti correvano il doppio del rischio di andare incontro al diabete rispetto alle persone con livelli più bassi. Inoltre, sembra che alcuni ftalati possano contribuire ad interrompere la produzione di insulina da parte del pancreas.



La dottoressa Monica Lind, docente del dipartimento di Medicina del Lavoro e dell’Ambiente dell’Università di Uppsala, sostiene che la ricerca realizzata dal suo team abbia evidenziato risultati compatibili con l’ipotesi che alcune sostanze chimiche ambientali possano contribuire all’insorgenza del diabete.
Naturalmente, però, la studiosa sottolinea che, prima di poter considerare gli ftalati come effettivi fattori di rischio per il diabete di tipo 2, occorre svolgere ulteriori approfondimenti che mostrino associazioni analoghe a quelle evidenziate dallo studio svedese.

Qualche precauzione

Data l’enorme diffusione dei prodotti contenenti ftalati, non è semplice, anzi sembrerebbe impossibile, stare alla larga da queste sostanze. Tuttavia, gli esperti consigliano di acquistare, ogni volta che è possibile, prodotti alimentari contenuti nel vetro piuttosto che in confezioni di plastica e di indossare una mascherina protettiva quando si verniciano oggetti, provvedendo poi ad aerare bene i locali nei quali si è usata la vernice.

di Giuseppe Iorio



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