La Tecnodipendenza

È sempre più consistente il numero di ricerche e sondaggi che focalizzano la propria attenzione sul rapporto tra gli esseri umani e quelle che sono ormai diventate le loro protesi intellettive, cioè il computer, il telefono cellulare e gli altri strumenti tecnologici ai quali abbiamo accesso. Tutti gli studi sul fenomeno evidenziano la crescente diffusione di una dipendenza rispetto alla navigazione su internet, ai videogiochi, all’invio costante di sms.
Quindi, da qualche anno, si parla di soggetti “tecnodipendenti” per fare riferimento a chi dedica via via meno spazio ai contatti col mondo esterno, alle relazioni sociali, per concentrarsi, in modo pressoché esclusivo, sull’interazione coi nuovi media.



E che la tecnologia possa costituire una vera e propria dipendenza, lo testimonia anche la recente inclusione nel DSM IV (acronimo che indica la quarta versione del “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali”) della Dipendenza da Internet (Internet Addiction Disorder), che provoca la comparsa di sintomi ossessivi e/o compulsivi tali da pregiudicare il regolare svolgimento delle attività quotidiane.
Questo disturbo si concentra su diverse attività tra quelle offerte dalla Rete: per alcuni soggetti, si tratta di una dipendenza di tipo cybersessuale, nella quale l’individuo fruisce compulsivamente di materiale pornografico reperito online; per altri, invece, le attività che creano dipendenza sono quelle videoludiche, l’e-shopping oppure il gioco d’azzardo.

Tecnodipendenza: Chi colpisce e Perché

La tecnodipendenza, pur potendosi considerare un disturbo che può interessare persone di qualsiasi età, tende a presentarsi più spesso negli adolescenti. Questi ultimi, infatti, per questioni anagrafiche, sono cresciuti in simbiosi con le nuove tecnologie e le padroneggiano con un naturalezza mediamente molto superiore rispetto a quella dei soggetti meno giovani.
Tanto per rendere l’idea dell’entità del fenomeno, una ricerca svolta dagli studiosi dell’Università di Palermo, che si è avvalsa di un campione formato da 2200 studenti delle scuole superiori, ha stabilito che il 22 per cento dei ragazzi esaminati manifestava segni di dipendenza da strumenti tecnologici.

L’uso problematico e disfunzionale degli apparecchi tecnologici ha origine, secondo molti osservatori, dal fatto di vivere in un contesto in cui la dimensione virtuale rientra nella quotidianità e genera, in molti, un impoverimento delle esperienze che si svolgono nella realtà fisica e una confusione tra il reale e il virtuale, che diventano spesso indistinguibili.
Molti soggetti, poi, si scoprono incapaci di verbalizzare le emozioni perché non in grado di comprenderle, quindi usano in modo distorto i media per compensare l’inadeguata regolazione della vita emozionale.



Tecnodipendenza: Sintomi

Il sintomo principale di questo disturbo consiste nell’aumento graduale del numero di ore quotidiane trascorse davanti allo schermo del computer e al display del cellulare, accompagnato dal progressivo disinteresse verso gli hobby abituali e le attività “offline”. Inoltre, in alcuni casi, il soggetto può mostrarsi facilmente irritabile e più aggressivo.
La difficoltà nel concentrarsi su quello che non riguarda l’interazione con la tecnologia comporta spesso anche un calo del rendimento scolastico o lavorativo.

Tecnodipendenza: Prevenzione e Terapia

La miglior terapia, in questo caso, è rappresentata dalla prevenzione sociale e culturale. Occorre evitare l’esposizione solitaria dei ragazzi, soprattutto in giovanissima età, al computer e al telefono cellulare, quindi genitori ed insegnanti dovrebbero fungere da filtro nel rapporto tra i giovani utenti e i dispositivi tecnologici, in modo da limitare gli abusi.
Quando ci si accorge che un ragazzo presenta segni di questa dipendenza, non è il caso di intervenire con misure drastiche, cioè proibendo l’uso degli strumenti tecnologici, in quanto la situazione potrebbe peggiorare.
Nei casi più estremi, saranno necessarie delle sedute di psicoterapia, eventualmente associate ad una terapia farmacologica.

di Giuseppe Iorio



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