Ansia e Stress? Provate la Meditazione Mindfulness

Da qualche tempo a questa parte, si parla sempre più spesso della meditazione mindfulness, una tecnica che affonda le sue radici nel pensiero buddhista e che è in grado di fornire al praticante una maggiore consapevolezza dei propri processi interiori, consentendogli così di essere meno influenzato dalle emozioni negative e allontanare la sofferenza.
Qualcuno potrebbe pensare si tratti di una disciplina magico – esoterica. Niente di tutto questo. Anzi, il mondo scientifico si è interessato in svariate occasioni della mindfulness, rendendola oggetto di numerosi studi che ne hanno dimostrato i benefici concreti.
Anche nel nostro Paese si contano sempre più centri che propongono questa tecnica come terapia per il trattamento di disturbi psichici quali depressione, ansiaattacchi di panico e, più in generale, come disciplina in grado di aiutare tutti coloro che, soprattutto in questa fase di profonda crisi economica e sociale, vorrebbero essere meno vulnerabili alle avversità della vita quotidiana.


Il dottor Jonty Heaversedge, molto celebre nel Regno Unito per le sue apparizioni negli studi televisivi della BBC, ha pubblicato di recente un libro intitolato “The Mindful Manifesto”. Nel volume, il dottore traccia un profilo storico di questa forma di meditazione, descrive i vari studi scientifici che se ne sono occupati e spiega anche il modo in cui la mindfulness può esserci utile nell’affrontare i nostri problemi.
Il quotidiano inglese “Daily Mail” ha pubblicato alcune pagine del libro, un estratto nel quale il dottor Heaversedge spiega come eseguire un esercizio basato sul respiro che può aiutarci a ridurre l’ansia.
Vi proponiamo di seguito una sintesi dei suggerimenti pratici proposti dall’autore per avvicinarsi alla mindfulness nel migliore dei modi.

In pratica, la prima cosa che dovete fare è concentrarvi sulla respirazione, sull’aria che attraversa le narici, la gola e i polmoni. Provate a sentire il battito del cuore, immaginate il modo in cui pompa il sangue ossigenato in tutto il corpo. Proseguite in questo modo fino a quando non sarete pronti per meditare.
In una seconda fase, dovete rivolgere la vostra attenzione ai pensieri che vi provocano ansia, cercando di metterli a fuoco e valutare se tendono a muoversi freneticamente oppure se restano nella mente per un po’ di tempo. È essenziale sforzarsi di valutare i pensieri in modo distaccato, cercando di evitare risposte emotive.

Il dottor Heaversedge scrive che molti intendono la meditazione come uno svuotamento totale della mente dai pensieri. In realtà, non è propriamente così. L’esperto inglese afferma che i pensieri devono essere considerati come una radio in sottofondo, da ascoltare con l’attenzione focalizzata altrove. Inoltre, i nostri pensieri non devono essere giudicati in termini di “buono” o “cattivo”, bisogna accogliere con serenità tutto quanto transita nella nostra mente.

Non c’è un tempo limite per la seduta. Il dottor Heaversedge specifica che bisogna proseguire per tutto il tempo che sembra necessario. Tuttavia, egli suggerisce di optare per sedute brevi all’inizio, dal momento che questa tecnica potrebbe provocare una sorta di vertigine nelle prime occasioni in cui si pratica.


Peraltro, secondo l’esperto, molti neofiti della disciplina sono convinti che, durante la seduta, complice il silenzio, i pensieri che si accumulano nella mente siano più numerosi rispetto a quanto avviene di solito.
Ma si tratta di un’impressione erronea, perché l’unica differenza è che si diviene più recettivi nei confronti dei pensieri. E, come scrive Heaversedge nella parte finale dell’estratto, via via che si acquista familiarità con la pratica, la mente riuscirà a gestire le preoccupazioni che caratterizzano la nostra esistenza in modo più sereno.

Praticando la mindfulness, magari proprio iniziando con lo sperimentare le tecniche suggerite dal dottor Heaversedge, possiamo giungere gradualmente ad una nuova consapevolezza di noi stessi e del mondo che ci circonda, imparando a concentrarci unicamente sul presente, senza giudicarlo, ma accettandolo così com’è. In questo modo, ansia, stress e sofferenza interiore diventeranno più gestibili, meno temibili.

di Giuseppe Iorio



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