Chiunque può andare incontro a una riduzione della libido, a prescindere dai propri dati anagrafici. Ma, com’è naturale che sia, con l’avanzare dell’età si è maggiormente esposti a questo rischio. Difatti, il testosterone, ormone responsabile del desiderio sessuale sia per gli uomini che per le donne, tende a diminuire già a partire dai 30 anni.
Secondo le stime degli esperti, una carenza di testosterone tale da provocare un disturbo noto come “astenia sessuale” colpirebbe circa un terzo degli uomini tra i 40 e i 79 anni. L’astenia sessuale si manifesta con un calo della libido, ma anche con altri sintomi, come disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, sbalzi umorali.
E dal nostro Paese arrivano buone notizie per tutti coloro che devono fronteggiare problemi sotto le lenzuola. Il professor Fabrizio Iacono, docente di urologia all’Università “Federico II” di Napoli, ha coordinato un gruppo di ricercatori nella sperimentazione di una nuova terapia volta a curare i problemi di astenia sessuale. I risultati dello studio saranno pubblicati sul prossimo numero della rivista inglese “BMC Surgery”.
In pratica, Iacono e i suoi collaboratori hanno utilizzato una sostanza chiamata “tradamixina”, un composto brevettato che sfrutta le proprietà dell’alga Ecklonia Bicyclis, della pianta Tribulus Terrestris e della Glucosamina, estratta dal guscio di gamberi e granchi, in combinazione con applicazioni settimanali di onde d’urto a fasci defocalizzati. Negli uomini che hanno sperimentato la terapia, si è osservata una rivitalizzazione del tessuto cavernoso dell’apparato genitale, tessuto che, invecchiando, determina appunto calo del desiderio e problemi di erezione.
“Con il passare del tempo”, spiega il professor Iacono, “si assiste a una riduzione del tessuto elastico del pene, soprattutto superati i 50 anni. I soggetti maggiormente esposti sono principalmente gli uomini che conducono uno stile di vita molto stressante e sono spesso sotto pressione.
La terapia ideata da Iacono e dai suoi collaboratori riesce a liberare ossido di azoto e fornire una maggiore ossigenazione ai tessuti, contrastando la formazione di placche anaelastiche di collagene nei corpi cavernosi. Un passo avanti considerevole nel trattamento dei problemi di erezione – che colpiscono, secondo le stime correnti, un uomo su dieci (3 milioni di uomini in Italia).
Difatti, grazie a tradamixina e onde d’urto, il paziente non solo può ottenere un significativo miglioramento della propria attività sessuale, ma può anche liberarsi dalla dipendenza nei confronti delle pillole dell’amore e mettersi al riparo dagli effetti collaterali provocati dai farmaci per la cura della disfunzione erettile. Farmaci che, come sottolinea il professor Iacono, spesso curano i sintomi ma non intervengono sulle cause del problema.
di Giuseppe Iorio