Ormai è universalmente risaputo: Facebook è il social network più frequentato del pianeta. Di recente, Mark Zuckerberg ha annunciato, con grande soddisfazione, che la sua creatura vanta un miliardo di utenti, vale a dire poco meno della metà di tutti gli internauti del mondo.
Ma c’è un’altra cifra, ancor più vertiginosa, di cui occorre tener conto quando si parla di Facebook. Ci riferiamo ai 140 miliardi e passa di connessioni di amicizia tra gli utenti.
L’utilizzo di Facebook, che ha numerosi lati positivi, non è però del tutto privo di effetti collaterali, dovuti proprio alla grande quantità di contatti da gestire. Difatti, se è vero che il social network ci consente di essere sempre in comunicazione con amici e conoscenti e di discutere con loro di temi privati e pubblici in qualsiasi momento della giornata, la nostra interazione online può, in alcune circostanze, essere fonte di ansia e stress.
Già in passato, alcuni studi avevano evidenziato che diversi utenti del social network si sentono sotto pressione nel dover rispondere di frequente a messaggi e commenti e nel valutare se accettare o meno le varie richieste di amicizia. Adesso, uno studio realizzato dagli esperti della Business School dell’Università di Edimburgo, in Scozia, certifica che l’allargarsi oltremisura del numero di amici presenti sulla piattaforma web provoca un incremento dello stress.
Il motivo è presto spiegato: tra i nostri contatti, sempre più spesso risultano presenti genitori, parenti, colleghi o figure verso le quali si avverte una certa soggezione, come datori di lavoro o docenti. Sapere che tutto quanto scriviamo viene letto (almeno potenzialmente) da così tante persone, appartenenti alle diverse aree in cui si svolgono le nostre interazioni sociali, genera qualche inibizione.
Lo studio, che ha coinvolto un campione di 300 utenti del social network, in maggioranza studenti con età media di 21 anni, ha evidenziato come l’incremento del numero di contatti corrisponda ad un aumento del timore di esporsi, della paura di raccontare aspetti del nostro modo di pensare e di comportarci che potrebbero risultare sgraditi oppure offensivi per qualcuno dei nostri contatti.
Probabilmente, sarà accaduto anche a voi di tentennare prima di scrivere un post – ad esempio un commento con il quale si critica o si loda un attore, un cantante, un politico, o nel quale si usano espressioni colorite – nel timore di andare incontro alla disapprovazione di uno o più dei vostri contatti.
A dispetto di queste incertezze, solo un terzo degli utenti si avvale delle impostazioni di privacy sul proprio profilo, impostazioni che consentono di modificare il tipo di informazioni visibili ai vari contatti.
“Facebook può essere usato come una grande festa per tutti i propri amici” sostiene Ben Marder, uno dei ricercatori che hanno realizzato lo studio, “dove si può ballare, bere e flirtare. Ma ora, con la propria mamma, il papà e il capo proprio qui, la festa diventa un evento carico d’ansia, pieno di potenziali mine sociali”.
Per quanto riguarda altri dati statistici rilevati dai ricercatori, l’indagine ha riscontrato che la quasi totalità del campione (il 97%) aggiunge alla lista dei contatti gli amici frequentati nella vita reale. Seguono poi i familiari, in particolare fratelli e sorelle, aggiunti dall’80% degli intervistati, gli amici di amici e i colleghi di lavoro, inseriti in lista contatti, rispettivamente, dal 69% e dal 65% dei partecipanti allo studio.
di Giuseppe Iorio