Le Zuppe e le Minestre sono piatti perfetti per le giornate più fredde: calde e gustose, soddisfano il palato e placano l’appetito. E se sul loro sapore non c’è molto da indagare, meritano invece qualche spiegazione i meccanismi fisiologici alla base della loro capacità di saziare che, a detta di alcuni ricercatori inglesi, risulta superiore a quella dei cibi solidi.
Uno studio realizzato da un team di esperti della Oxford Brookes University e pubblicato sulla rivista “European Journal of Clinical Nutrition” ha coinvolto 12 volontari che sono stati nutriti con tre diversi cibi in tre forme differenti. Ai soggetti sono stati forniti 50 grammi di riso, 70 grammi di pollo e 150 grammi di ortaggi, prima in forma solida, poi in forma semisolida, ossia riso intero e pollo e ortaggi frullati, infine come crema, quindi frullando tutti i cibi.
Scopo di questi pasti era analizzare come le diverse forme in cui si ingeriva il cibo influissero sul senso di sazietà, valutato in base a tre fattori, ossia la pienezza avvertita dal soggetto, la velocità di svuotamento gastrico e la risposta glicemica al pasto.
I risultati emersi dai test hanno evidenziato che, quando il cibo veniva ingerito in forma cremosa, la pienezza dichiarata dai partecipanti era maggiore e lo svuotamento gastrico avveniva in maniera più lenta.
Inoltre, il riso frullato determinava anche un maggior incremento della glicemia, con conseguente aumento della produzione di insulina, sostanza che stimola il centro della sazietà presente nell’ipotalamo.
Lo studio dei ricercatori inglesi suggerisce dunque che, se vogliamo mettere in atto una scelta dietetica particolarmente equilibrata, è opportuno optare per una crema di verdure con chicchi di riso interi.
In questo modo, potremo beneficiare del potere saziante della portata ed avere una più salutare risposta glicemica al pasto. Difatti, frullando le verdure, o facendone un passato, si liberano le fibre, il piatto diventa più consistente e il senso di sazietà si prolunga, mentre lasciando intatto il riso si rallenta il processo digestivo e si contiene l’aumento della glicemia postprandiale.
di Giuseppe Iorio