Se avete qualche chilo in eccesso da smaltire, non basta fare attenzione soltanto a quello che si mangia, ma anche all’orario in cui si mangia.
Secondo gli studiosi del Brigham and Women’s Hospital di Boston, negli Stati Uniti, e dell’Università di Murcia, in Spagna, una regola molto utile consiste nel pranzare prima delle 15.
I ricercatori delle due università, sotto la supervisione del dottor Frank Scheer, hanno testato 420 persone obese e sovrappeso per 20 settimane. I soggetti, con età media di 42 anni e divisi equamente tra uomini e donne, hanno seguito la stessa dieta ipocalorica, ma con una differenza di orari: un gruppo di volontari consumava il suo pasto principale prima delle 15, mentre un secondo gruppo lo faceva dopo le 15.
Terminata la fase sperimentale, i ricercatori hanno verificato gli effetti della variazione oraria del pranzo sui partecipanti: i soggetti del primo gruppo, quelli che mangiavano prima delle 15, avevano perso, in media, 10 chili, contro gli 8 scarsi persi, mediamente, dai volontari del secondo gruppo. Inoltre, chi pranzava prima delle 15 faceva anche registrare una risposta metabolica migliore all’utilizzo degli zuccheri da parte dell’organismo.
I ricercatori sostengono che tra i due gruppi non c’erano significative differenze quanto all’attività sportiva svolta e alla durata del riposo notturno, quindi la discrepanza nella diminuzione di peso tra i due gruppi non può essere attribuita a questi fattori.
Il dottor Scheer commenta il lavoro svolto dal suo team in questi termini: “I nostri risultati indicano che le persone che pranzano tardi perdono molto meno peso rispetto a coloro che mangiano presto, il che indica come l’orario in cui si consuma il pasto principale della giornata potrebbe essere un fattore rilevante nelle diete dimagranti”.
Secondo l’esperto americano, diversi studi su modello animale hanno dimostrato che l’ora in cui ci si alimenta ha una notevole influenza sulla regolazione del peso e sul metabolismo. Questo nuovo studio, pubblicato di recente sulla rivista “International Journal of Obesity”, è tra i primi a suggerire che lo stesso fenomeno possa verificarsi anche per gli esseri umani.
Non tutti, però, si dichiarano convinti delle conclusioni evidenziate dal dottor Scheer e colleghi. Ad esempio, la dottoressa Madelyn Fernstrom dell’Università di Pittsburgh si dimostra scettica sul fatto che l’ora dei pasti possa influire in modo così marcato sulla riduzione del peso corporeo.
Così, la dottoressa invita le persone a non perdere di vista i due elementi chiave per liberarsi dei chili di troppo: “La cosa più importante è quello che si mangia. Se si vuol perdere peso, bisogna assumere meno calorie e fare più attività fisica”.
di Giuseppe Iorio