Decine di illustri studiosi hanno speso fiumi di inchiostro per elaborare teorie relative al potenziamento della mente connesso all’interazione col computer e agli stimoli forniti dai supporti tecnologici al nostro cervello. Poi arriva una ricerca e tutte le formulazioni teoriche sembrano dover arrendersi all’evidenza dei fatti. Naturalmente, gli autori dell’esperimento di cui vi parleremo non intendono sconfessare gli autorevolissimi studi degli ultimi decenni sull’influsso positivo dei nuovi media sulle nostre prestazioni cognitive. Più modestamente, il loro scopo è quello di evidenziare come l’eccesso di tempo speso davanti ad uno schermo e la perdita del contatto con la natura possano essere, a lungo termine, deleteri per la nostra mente.
Ma veniamo ai dettagli. Gli psicologi David Strayer, dell’Università dello Utah, e Ruth Ann Atchley e Paul Atchlet, dell’Università del Kansas, hanno pubblicato sulla rivista “PloS One” uno studio che ha visto la partecipazione di 56 persone, di cui 30 uomini e 26 donne con età media di 28 anni. I soggetti sono stati coinvolti in una serie di escursioni in Alaska, Colorado, Maine e nello stato di Washington, per 4 giorni. Nel corso di queste escursioni, era vietato l’uso di qualsiasi dispositivo tecnologico.
Tutti i partecipanti hanno svolto un test sulla creatività che comprendeva 10 domande. Con la differenza che 24 dei soggetti hanno compilato il test la mattina del primo giorno di escursioni, quindi ancora “inquinati” dal contatto con computer, smartphone e tablet, mentre i restanti 32 volontari sono stati chiamati a rispondere alle domande solo la mattina del quarto giorno, quando il grado di immersione nella natura era, dunque, piuttosto elevato e le residue “scorie” di interazione con la tecnologia erano già dissolte.
Ebbene, il punteggio medio dei partecipanti che hanno eseguito il test il primo giorno è stato pari a 4.14, mentre quello dei soggetti che hanno risposto alle domande al quarto giorno di vacanza è stato di 6.08.
In sostanza, chi ha svolto il test il quarto giorno ha ottenuto un punteggio superiore del 50% rispetto a chi lo ha eseguito nel primo giorno.
Il professor Strayer afferma che lui e isuoi colleghi non sono in grado di dire se gli stimoli maggiori alla creatività arrivano dal contatto con la natura oppure dalla riduzione dell’interazione con gli strumenti tecnologici, ma è verosimile che un mix di entrambi i fattori possa spiegare il fenomeno.
In ogni caso, una certezza c’è: trascorrere tutta la giornata lavorativa e tutto il tempo libero davanti al pc non è salutare né per il corpo né per la mente. Quindi, quando possibile, bisogna cercare di staccare letteralmente la spina e ritrovare contatto con la natura. Ne guadagnerà la nostra creatività e anche il nostro organismo potrà beneficiarne, in quanto camminare, come noto, ci aiuta a prevenire patologie cardiovascolari e diabete, a tenere sotto controllo il peso corporeo e a ridurre lo stress.
di Giuseppe Iorio