La Scabbia

La Scabbia è una malattia infettiva particolarmente contagiosa che colpisce la pelle. Questa patologia è caratterizzata dalla formazione di vesciche e protuberanze dolorose dovute alla presenza di un parassita, un acaro, che depone le sue uova sulla pelle dell’ospite umano.
Per alcuni decenni, la scabbia è sembrata praticamente scomparsa, confinata in un passato fatto di stenti e di condizioni igieniche molto approssimative. Ma, da qualche anno a questa parte, questa malattia si ripresenta ad ondate, con impennate cicliche del numero delle persone colpite.


Scabbia: Cause e Trasmissione

La scabbia è una parassitosi provocata dall’acaro Sarcoptes scabiei. Invisibile ad occhio nudo, il parassita penetra nella pelle e vi depone le proprie uova, che si schiudono nel giro di 3-4 giorni, dando alla luce delle larve che, in poche settimane, diventano adulte e pronte per riprodursi.
La trasmissione della scabbia può avvenire tra persone che vivono a stretto contatto o che hanno rapporti intimi. Quindi, l’infezione si diffonde spesso in ambito familiare o scolastico oppure tra partner sessuali.
In alcuni casi, anche il contatto con indumenti e asciugamani usati da una persona infetta può causare il contagio.

Scabbia: Sintomi

Il sintomo principale della scabbia è un prurito intenso che, di norma, diventa più accentuato di notte in quanto il calore che si sviluppa nel letto favorisce l’attività degli acari. Sulla pelle compaiono vesciche e pustole che si rompono quando vengono grattate.
Le zone del corpo più colpite sono gli spazi tra le dita delle mani, i polsi, i gomiti, l’ombelico, la zona ascellare e quella genitale. La pelle delle aree interessate può apparire squamosa, spessa e coperta di croste.

Le possibili complicanze sono rappresentate da sovrainfezioni dovute al grattarsi del paziente nel tentativo di alleviare il prurito, evenienza che può determinare la comparsa di eczemi e di un’infezione batterica della pelle chiamata “impetigine”.


Scabbia: Terapia e Prevenzione

Nel caso si abbia il sospetto di essere stati colpiti da questa patologia, occorre rivolgersi al medico curante o al dermatologo, che potranno esaminare una piccola porzione della pelle del paziente al microscopio per confermare la diagnosi.
La terapia si basa su trattamenti topici: preparati a base di zolfo, benzoato di benzile e, qualora necessarie, pomate cortisoniche e antibiotiche. In genere, il prurito scompare nel giro di 1-2 giorni, ma ci sono casi nei quali persiste per alcune settimane.

Per contenere la diffusione della malattia, bisogna evitare che l’infezione possa contagiare le altre persone che vivono a stretto contatto con il malato. Pertanto, occorre lavare a temperature superiori ai 60° C la biancheria, le lenzuola e gli asciugamani usati dal paziente.
Inoltre, è necessario disinfettare il materasso con un antiparassitario e passare l’aspirapolvere in ogni stanza della casa.

di Giuseppe Iorio



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