Frutti di bosco, fermano il declino cognitivo

Frutti di bosco
Frutti di bosco

Oltre ad essere molto gustosi, i frutti di bosco sono anche tra gli alimenti più salutari per il nostro organismo: ricchi di vitamine e sali minerali, rappresentano una preziosa fonte di antiossidanti, quindi sono indispensabili per contrastare l’azione dannosa dei radicali liberi e prevenire l’invecchiamento cellulare.

E dagli Stati Uniti arriva l’ennesima conferma delle virtù di mirtilli, lamponi, more e ribes: una ricerca condotta presso il Centro di Ricerca Nutrizione Umana on Aging della Tufts University, in collaborazione con l’Università del Maryland, Baltimore County (UMBC), ha stabilito che una dieta ricca di frutti di bosco rende meno vulnerabili al declino mentale e cognitivo.


Lo studio, pubblicato sulla rivista “Expert Review of Neurotherapeutics” e realizzato su modello animale, ha messo in evidenza come i fitonutrienti presenti nei frutti di bosco stimolino, nei topi sottoposti all’esperimento, un processo estremamente benefico per il cervello, l’autofagia. Si tratta di un meccanismo di pulizia naturale del cervello che consente di eliminare le tossine che vi si accumulano, tossine responsabili del declino cognitivo e di malattie degenerative come il morbo di Alzheimer o quello di Parkinson.

Per giungere a queste conclusioni, i ricercatori, sotto la guida del dottor Shibu Poulose, hanno suddiviso i topi in due gruppi. Un primo gruppo ha seguito, per due mesi, un regime alimentare ricco di frutti di bosco, mentre il secondo gruppo ha seguito una dieta standard. I roditori sono stati sottoposti a delle radiazioni per accelerare i processi di invecchiamento.
Come previsto dagli studiosi, i frutti di bosco hanno esercitato sul cervello dei topi del primo gruppo un notevole effetto protettivo nei confronti dei danni provocati dalle radiazioni alle capacità cognitive dei roditori.

Da qui in avanti, gli studiosi dovranno verificare se i benefici per il cervello connessi ad un’alimentazione ricca di frutti di bosco siano riscontrabili anche negli esseri umani. A tale scopo, è partita una sperimentazione su un gruppo di pazienti di età compresa tra i 60 e i 75 anni, che potrà confermare la capacità dei fitonutrienti contenuti nei frutti di bosco di innescare il processo di autofagia anche negli esseri umani, così da prevenire il declino cognitivo e ridurre il rischio di patologie degenerative cerebrali.


Ma che fragole, mirtilli e altri frutti di bosco fossero un toccasana per mantenere efficienti le proprie funzioni cognitive, in particolare nelle donne, era stato già suggerito da precedenti ricerche. Tra queste ultime, merita menzione uno studio realizzato presso la Harvard Medical School di Boston lo scorso anno su un campione di oltre 16 mila donne anziane.
Lo studio in questione aveva stabilito che il consumo a lungo termine di frutti di bosco, grazie alle proprietà antiossidanti dei flavonoidi, in particolare delle antocianine, fosse estremamente salutare per il buon funzionamento dei processi mnemonici.

E se ancora non foste convinti di quanto sia utile per il nostro organismo un giusto apporto di fragole, mirtilli, lamponi e more, aggiungiamo anche che, secondo i ricercatori della  Harvard School of Public Health di Boston, i frutti di bosco, consumati tre volte a settimana, riducono in modo significativo il rischio cardiovascolare, in particolare nelle donne. Anche in questo caso, tutto merito delle benefiche antocianine, che contribuiscono a dilatare le arterie e contrastano l’accumulo di pericolose placche aterosclerotiche.

di Giuseppe Iorio



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