Ormai l’estate è iniziata ufficialmente, anche dal punto di vista astronomico. Per molti, dunque, è giunto il momento di distendersi al sole per procurarsi una bella abbronzatura.
In questo periodo, come accade ogni anno, gli esperti vengono chiamati in causa per offrirci i loro suggerimenti su come esporsi correttamente al sole, su cosa fare per evitare problemi alla pelle, disturbi come secchezza, arrossamento, scottature, ma anche malattie come la dermatite atopica, che si manifesta con la formazione di eczemi, o la rosacea. Per non dire, poi, dei tumori della pelle, la cui incidenza è in costante e preoccupante aumento.
A fornirci consigli utili sul da farsi per proteggere al meglio la nostra cute dai pericoli derivanti dall’esposizione al sole è il professor Piergiacomo Calzavara-Pinton, direttore della Clinica Dermatologica degli Spedali Civili di Brescia e membro del Consiglio direttivo della Società Italiana di Dermatologia (Sidemast).
“Accanto ai soliti suggerimenti – non esporsi nelle ore centrali della giornata, farlo gradualmente, utilizzare la protezione solare sempre, e via dicendo – sarebbe opportuno evidenziarne alcuni più importanti e utili”, sottolinea l’esperto, che inizia da un’indicazione particolarmente interessante per chi è costretto a fare i conti con la crisi economica.
Secondo il dermatologo, bisogna optare per prodotti di qualità ma scegliere le confezioni famiglia che, in proporzione, sono più economiche. In questo modo, oltre a risparmiare qualche euro, si tenderà ad utilizzare dosi più abbondanti di prodotto, cosa che invece non avviene quando si usano i tubetti di piccole dimensioni. E adoperare la giusta quantità di crema solare è indispensabile. “Il fattore di protezione”, afferma Calzavara-Pinton, “si riferisce a una quantità di prodotto applicato di circa 30 – 40 grammi e se se ne applica meno il fattore effettivo di protezione cala in modo esponenziale. Inoltre, il prodotto va applicato una ventina di minuti prima delle esposizioni e riapplicato regolarmente e uniformemente su tutta la superficie corporea, inclusa la testa e le orecchie”.
C’è poi un aspetto che necessita di un piccolo chiarimento, cioè il valore numerico di SPF (fattore di protezione solare) posseduto dai prodotti solari. “È sbagliato pensare che un prodotto solare con fattore di protezione 50 ostacoli l’abbronzatura”, precisa il dermatologo. ”Un filtro 50 non è il doppio di un 30 o il triplo di un 15. Il valore SPF indica il rapporto tra radiazione solare filtrata e radiazione trasmessa alla pelle: SPF 30 significa che passa 1/30 della radiazione (il 3,3%), SPF 50 è uguale a 1/50 (cioè il 2%). In altri termini, il primo filtra il 96,7% mentre il secondo il 98%, non una grande differenza, dopotutto”.
Altro elemento da tenere in considerazione quando si acquista una crema solare consiste nel verificare che il prodotto protegga in modo adeguato da entrambi i tipi di radiazioni ultraviolette che raggiungono la nostra pelle, ossia dai raggi UVA e UVB. Se il prodotto protegge solo dai raggi UVB, si assorbono i raggi UVA, capaci di penetrare negli strati più profondi del derma e di provocare danni non immediatamente visibili, ma che si manifestano a lungo termine, come il fotoinvecchiamento, cioè l’invecchiamento prematuro della pelle, e i tumori cutanei. “Cercate sempre, sulla confezione, il valore di protezione da UVA (UVA-PF), non solo il valore SPF, che indica la protezione da UVB”, suggerisce Calzavara-Pinton.
Il professore, infine, invita a comprare prodotti adatti al proprio fototipo, ossia alle caratteristiche specifiche della propria pelle, eventualmente chiedendo consigli al proprio dermatologo per individuare il fattore di protezione più adatto alla propria cute.
di Giuseppe Iorio