La dieta vegetariana rende più longevi?

Seguire una dieta vegetariana rende più longevi, diminuendo il rischio di andare incontro a patologie come l’ipertensione, la sindrome metabolica, il diabete e l’ischemia cardiaca. Sono queste le conclusioni di un recente studio americano, realizzato presso la Loma Linda University, in California, e pubblicato sulla rivista “JAMA Internal Medicine”.

Nella ricerca sono state coinvolte oltre 73 mila persone, di entrambi i sessi, che hanno risposto ad un questionario relativo alle proprie abitudini alimentari. In seguito, i soggetti sono stati divisi in 5 gruppi: non vegetariani, semi-vegetariani, pesco-vegetariani (ossia persone che mangiano pesce e frutti di mare, escludendo la carne), latto-ovo-vegetariani (cioè persone che si cibano anche di uova e latticini) e vegani (che invece escludono dalla propria dieta qualsiasi alimento di origine animale).


Durante il periodo di follow-up, durato circa 6 anni, oltre 2500 partecipanti allo studio sono morti. Analizzando i dati raccolti, i ricercatori hanno stabilito che quanti seguivano una dieta vegetariana beneficiavano di una riduzione del rischio di morire per una qualunque causa variabile tra lo 0,88 e il 12% rispetto agli altri gruppi. 

Un dato piuttosto curioso che viene fuori dalle conclusioni dello studio consiste nel fatto che i maggiori vantaggi sarebbero appannaggio degli uomini che seguono un regime alimentare vegetariano. Difatti, questi ultimi, a differenza delle donne vegetariane, possono contare su una riduzione del rischio di patologie cardiovascolari fatali.

Conclusioni, queste fornite dalla ricerca americana, in linea con diversi altri studi precedenti, come l’EPIC-Oxford, realizzato alcuni mesi fa in Gran Bretagna, che ha stabilito come il 34% dei vegetariani goda di una miglior salute cardiovascolare, con valori di colesterolo e di pressione arteriosa più bassi rispetto a chi mangia carne e pesce.

Tuttavia, bisogna sottolineare un aspetto:  l’esistenza di un rapporto diretto tra dieta vegetariana e maggiore longevità non è così immediato. Cosa che mettono in evidenza gli stessi studiosi californiani, quando sostengono che i vegetariani tendono ad avere uno stile di vita più sano, bevendo meno alcolici, fumando meno e mantenendosi più magri, fattori che potrebbero spiegare la loro maggiore longevità.


Ed è proprio questa l’obiezione mossa da diversi esperti alle ricerche che dimostrano gli effetti protettivi per la salute derivanti da una dieta vegetariana. Tra questi ultimi, possiamo ricordare il parere di Andrea Ghiselli, dirigente di ricerca presso l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran), che afferma: “A fare la differenza è soprattutto il livello socio culturale dei vegetariani, più alto. Il che significa che questo gruppo di popolazione sta più attento a quello che mangia in generale, ha una cultura diversa dell’alimentazione e sta più attento alla salute. Ecco perché i vegetariani sono più magri e vivono più a lungo. Non è la carne che ci fa ingrassare ma pane, pasta, dolci, alcol (tutte cose vegetali tra l’altro)”.

Questione quanto mai spinosa, dunque, quella dei maggiori benefici per il nostro stato di salute apportati da una dieta vegetariana, dal momento che anche gli orientamenti dei vari organismi scientifici internazionali sono contrastanti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità non ha mai assunto una posizione ufficiale in merito, anche se, nel 2003, ha pubblicato un documento in cui avanzava qualche preoccupazione per le diete vegetariane, che possono, a giudizio dell’OMS, determinare carenze nutrizionali (ferro, zinco, vitamina B12 e vitamina D). In senso opposto vanno invece le considerazioni dell’Academy of Nutrition and Dietetics e le linee guida nutrizionali del Center for Nutrition Policy and Promotion, che descrivono le diete vegetariane come salutari, adeguate sul piano nutrizionale, connesse a minori tassi di obesità, minori rischi di malattie cardiovascolari e una minore mortalità complessiva.

di Giuseppe Iorio



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