La ricerca scientifica ormai non ha dubbi: la meditazione è decisamente efficace contro l’ansia. Quello che non era ancora stato sin qui scoperto, però, era il meccanismo grazie al quale questa pratica millenaria riesce a placare gli stati d’ansia.
A indagare su questo aspetto sono stati gli studiosi del Wake Forest Baptist Medical Center, con sede a Winston-Salem, nel North Carolina, attraverso una ricerca coordinata dal dottor Fadel Zeidan e pubblicata su “Social Cognitive and Affective Neuroscience”.
Gli studiosi americani hanno reclutato 15 persone con livelli di ansia di intensità media, non patologici, che non avevano mai praticato prima la meditazione. I soggetti hanno seguito un programma di Meditazione Mindfulness articolato in 4 sessioni della durata di 20 minuti ciascuna.
Prima e dopo ogni sessione, i ricercatori hanno monitorato la loro attività cerebrale per comprendere quali fossero i meccanismi cerebrali coinvolti nella meditazione. Utilizzando la Risonanza Magnetica per Imaging (MRI), gli studiosi hanno potuto osservare quali aree del cervello fossero state attivate e quali disattivate nel corso delle sessioni di meditazione.
Le scansioni cerebrali hanno così rivelato un incremento dell’attività della corteccia prefrontale ventromediale, associata al controllo delle preoccupazioni, e della corteccia cingolata anteriore, coinvolta nelle emozioni e nel pensiero.
L’aumento dell’attività di queste aree determina una riduzione degli stati d’ansia, come confermato dai questionari compilati dai partecipanti, che hanno consentito ai ricercatori di quantificare nel 39% il calo dei livelli di ansia riscontrato nei soggetti testati.
“Questi risultati”, afferma il dottor Zeidan, “dimostrano che pochi minuti di Meditazione Mindfulness possono aiutare a ridurre l’ansia normale di tutti i giorni. La Mindfulness ha come premessa il mantenere l’attenzione nel momento presente e il controllare il modo in cui reagiamo ai pensieri e sentimenti quotidiani”.
Questo metodo, che si è dimostrato un valido supporto non solo contro l’ansia ma anche in caso di depressione e attacchi di panico, permette a chi lo pratica di acquisire una consapevolezza più profonda dei propri processi interiori e uno stato di serenità capace di assicurare una minore vulnerabilità nei confronti della sofferenza.
di Giuseppe Iorio