Tre tumori su dieci dovuti a una scorretta alimentazione

Le abitudini degli italiani a tavola, negli ultimi decenni, sono cambiate in modo abbastanza evidente. La dieta mediterranea, un tempo riferimento principe dell’alimentazione dal Nord al Sud del Paese, viene seguita sempre meno. E i dati sono lì a testimoniarlo. Già nel 2009, uno studio realizzato dall’Osservatorio Nutrizionale e sugli Stili di Vita “Grana Padano” (OGP) evidenziava come, per un italiano su quattro, la maggior parte dell’apporto calorico quotidiano derivasse da alimenti non inclusi nella dieta mediterranea. La tendenza all’abbandono di questo regime dietetico così salutare, che aiuta a prevenire patologie cardiovascolari, cronico-degenerative e neoplastiche, risultava, secondo i dati emersi dallo studio, ancor più diffusa presso bambini e adolescenti.


Considerato il quadro appena delineato, non sorprende più di tanto che, secondo recenti stime, tre tumori su dieci, qui in Italia, siano dovuti ad un’alimentazione scorretta. E quando a una dieta poco sana ed equilibrata si aggiungono anche sedenteriatà e fumo, ecco che i rischi per la salute si accentuano in modo consistente.
Anche al Sud, dove si potrebbe presumere che la dieta mediterranea possa essere meglio radicata, il problema della diffusione dei tumori si fa preoccupante. Si pensi che, in Puglia, ogni anno vengono registrati 15 mila nuovi casi di cancro e circa 8 mila decessi dovuti ad una forma di tumore.
In realtà, sempre osservando i dati dello studio dell OGP del 2009, l’idea che nel Mezzogiorno si mangi in modo più sano che nel resto del Paese non trova conferma, in quanto il Sud rappresenta, insieme al Nord Ovest, la macroarea geografica in cui si aderisce meno alla dieta mediterranea, che risulta invece più popolare nelle regioni del Nord Est e del Centro.

E proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti della crescente diffusione dei tumori nel nostro Paese causata da cattive abitudini alimentari, l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) ha promosso, una decina di giorni fa (il 13 Settembre) nei pressi di Brindisi, un convegno nazionale, “Alimentazione, stili di vita e cancro: la parola agli esperti”, allo scopo di evidenziare quelle modifiche allo stile di vita che potrebbero aiutare a prevenire le neoplasie.

“Circa il 25 per cento dei casi di cancro al colon-retto”, sostiene il dottor Saverio Cinieri, direttore della Divisione di Oncologia Medica e Breast Unit dell’ASL di Brindisi e presidente del convegno, “il 15 di quelli alla mammella e il 10 di quelli che colpiscono prostata, pancreas ed endometrio potrebbero essere evitati aderendo alle indicazioni della dieta mediterranea”.


Quindi, cerchiamo di riservare maggiore spazio sulle nostre tavole  a frutta, verdura, legumi, cereali, olio di oliva e pesce, preferendo la carne bianca a quella rossa e limitando il consumo di insaccati, burro, formaggi grassi e prodotti industriali e confezionati.

Ma quello di seguire una sana alimetazione non è l’unico suggerimento che emerge dal convegno. “Non conta solo ciò che si mette nel piatto”, sottolinea il dottor Cinieri, “la dieta mediterranea deve essere interpretata come uno stile di vita in cui contano anche gli orari regolari dei pasti, le quantità limitate di cibo, il movimento regolare”.

In conclusione, oltre a seguire i principi base della dieta mediterranea, ricordate che, per ridurre il rischio di tumori e malattie cardiovascolari, è essenziale svolgere con costanza dell’attività fisica, evitare il fumo e consumare alcolici con molta moderazione.

di Giuseppe Iorio



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