Troppa caffeina, possibili danni al cervello degli adolescenti

Assumere troppa caffeina non fa bene alla salute. Come noto, gli effetti indesiderati provocati da questa sostanza sono diversi: acidità di stomaco, reflusso gastro-esofageo, ipertensione, tachicardia, aritmie, insonnia.
Adesso arriva dalla Svizzera una ricerca che associa l’abuso di caffeina al rischio di compromettere il normale sviluppo del cervello nel corso dell’adolescenza. Una fase molto delicata, perché tali interferenze possono causare, secondo gli studiosi, problemi di diverso tipo, dall’ansia all’abuso di droghe, arrivando anche a determinare, nei casi più gravi, disturbi della personalità e schizofrenia.


Lo studio, pubblicato sulla rivista “Plos One”, è stato realizzato da un gruppo di ricercatori dello University Children’s Hospital di Zurigo guidato dal professor Reto Huber.
Gli esperti hanno esaminato gli effetti dell’assunzione di grosse quantità di caffeina sul cervello di alcuni ratti, scoprendo che, come conseguenza della somministrazione di alti dosaggi della sostanza, i roditori mantenevano un numero di sinapsi più elevato della media, con un rallentamento dei processi di maturazione del cervello.
Gli studiosi svizzeri sostengono che, per spiegare questo fenomeno, occorre tener conto dell’influenza negativa della caffeina sul processo di ottimizzazione delle sinapsi che avviene nel sonno profondo. In questa fase, le sinapsi chiave vengono rafforzate, mentre quelle non utili vengono eliminate.
La quantità di caffeina indicata come soglia già capace di provocare problemi negli adolescenti è stabilita dai ricercatori in 300-400 mg al giorno, quella contenuta in 3-4 tazzine di caffè espresso o in 4 lattine di energy drink.


E sono proprio le bevande energetiche le principali imputate del significativo incremento del consumo di caffeina da parte dei giovani, aumentato, secondo alcune stime, del 70% negli ultimi 30 anni.
Un incremento davvero preoccupante, dato che molti ragazzi associano gli energy drink agli alcolici per mantenere gli effetti euforizzanti dell’alcol e limitarne quelli sedativi. In questo modo, si va però incontro a un’alterazione della capacità di percepire il proprio stato di ebbrezza, in un pericoloso circolo autodistruttivo.

Giuseppe Iorio



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