La vita di coppia nell’era di Facebook

Non c’è bisogno di scomodare studiosi come McLuhan o De Kerckhove per intuire quanto la tecnologia influisca sul nostro modo di pensare, di percepire la realtà, di rapportarsi agli altri. Chiunque usi internet come strumento usuale per comunicare con amici e conoscenti, o anche con il proprio partner, sa benissimo che l’interazione telematica ha rivoluzionato il nostro modo di relazionarci con le persone.
Probabilmente, da quando esiste il web, la piattaforma che ha maggiormente inciso sui rapporti interpersonali è Facebook, social network capace di creare forme di dipendenza e di “tecnostress”.


Da qualche tempo a questa parte, uno dei trend più diffusi sul social network è la creazione di account di coppia da parte di fidanzati che intendono così veicolare al mondo la propria inossidabile unità. Ma la creazione di tali account non è priva di riflessi sulla vita di coppia, come testimonia una ricerca pubblicata di recente sulla rivista “Social Psychological and Personality Science”.
Lo studio rileva come gli account di coppia, quelli costituiti dal nome e dal cognome di entrambi i componenti del sodalizio amoroso, rischino di compromettere l’autonomia dei soggetti e rappresentino una forma di controllo sul proprio partner.
Pubblicare foto, video e commenti su simili account è una forma di condivisione che, secondo molte delle coppie intervistate, rende la propria relazione più serena, eliminando le insicurezze rappresentate dalla possibilità che la propria controparte possa segretamente flirtare online con altre persone.
Tuttavia, come sottolinea la dottoressa Suzana Flores, terapeuta di coppia, “ci deve essere un ruolo ben definito in ogni relazione per mantenere una sana autonomia. Quando una coppia ha un account unico, questa autonomia viene a mancare”.
D’altra parte, la dottoressa Flores mette in evidenza il fatto che ben 7 coppie su 10 tra quelle che si rivolgono a lei per risolvere i propri problemi indicano proprio i social network come una delle principali fonte di attrito.


Un dato confermato anche dalle stime fornite dal sito inglese Divorce-Online, secondo le quali, nel 2011, un divorzio su tre è da attribuirsi proprio al social network creato da Mark Zuckerberg, tanto che Facebook è stato ribattezzato “sfascia-famiglie”.
Nel nostro Paese, le cifre sono leggermente inferiori, ma comunque tali da giustificare delle riflessioni sul fenomeno, che coinvolge non solo le coppie più giovani ma anche quelle sposate da 20 anni o più. Secondo Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’Ami (Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani), “almeno il 20% delle coppie che scoppiano e che arrivano davanti al giudice lo fanno per colpa dei social network e delle chat”.

In definitiva, da un lato lo stretto controllo della persona amata tramite un profilo Facebook comune espone al rischio di perdere la propria individualità, mentre, dall’altro, l’assoluta libertà interattiva concessa dalla dimensione virtuale rappresenta una tentazione molto forte per chi vuole evadere dalla monotonia della vita di coppia, esplorando nuovi territori nei quali poter esternare, al riparo dello schermo di un pc, istinti e desideri tenuti celati nella comunicazione faccia a faccia.

Una sorta di soluzione a mezza strada, almeno per quanto concerne l’universo facebookiano, è costituita dal cosiddetto “diario di coppia”, novità abbastanza recente ideata dagli sviluppatori della piattaforma che consente a due utenti di condividere materiale multimediale e commenti, in modo da poter rendere il proprio legame sentimentale “social”, senza però rinunciare completamente alla propria autonomia.

di Giuseppe Iorio



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