Acqua del rubinetto, ecologica ed economica, ma attenzione al rischio batteri

Sono sempre più numerose le iniziative e le campagne che incoraggiano il consumo dell’acqua del rubinetto al posto di quella in bottiglia. La qualità della prima, secondo varie analisi di laboratorio realizzate in diverse città italiane nel corso degli ultimi anni, non avrebbe nulla da invidiare a quella delle acque in bottiglia, con il vantaggio di consentire un risparmio non indifferente alle famiglie (da 250 a 500 euro all’anno) e di salvaguardare l’ambiente (le tonnellate di plastica e l’anidride carbonica connessa al trasporto delle bottiglie).
Anche il problema del sapore, che può essere alterato dalla presenza di cloro, immesso nelle reti idriche per esigenze disinfettanti, è risolvibile: basta lasciare l’acqua per qualche tempo in una caraffa o in una bottiglia senza tappo per favorire l’evaporazione dei derivati del cloro, spiegano gli esperti.


La conferma della bontà dell’acqua del rubinetto arriva da uno studio, presentato a Firenze durante il Congresso dell’Ordine Nazionale dei Biologi, che ha confrontato la qualità microbiologica dell’acqua del rubinetto prelevata in 5 regioni italiane con quella di 24 marche di acqua minerale imbottigliata.
I test hanno evidenziato che alcune sostanze, come il bicarbonato o il calcio, sono contenuti in proporzioni simili nell’acqua del rubinetto e in quella in bottiglia.
L’unica nota negativa emersa dalle analisi riguarda la contaminazione con microrganismi fecali, rilevata nel 25% dell’acqua del rubinetto selezionata per i test. Secondo i ricercatori, l’acqua degli acquedotti è incontaminata, quindi il problema è dovuto, come precisa il dottor Marco Guida del Dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli, “alla cattiva manutenzione del rubinetto di casa, dell’impianto condominiale o a una scarsa pulizia dei filtri usati per abbattere la durezza”.

Gli esperti sottolineano che nei tubi presenti nelle nostre case può formarsi un biofilm batterico che favorisce la proliferazione dei germi e che può dunque essere responsabile della contaminazione dell’acqua. Per evitare rischi, gli studiosi suggeriscono di pulire attentamente il rompigetto e l’erogatore, evitando accuratamente di usare spugne usate in precedenza per ripulire superfici sulle quali sono state appoggiate uova, carni crude e verdura da lavare.
L’altro utile accorgimento consigliato dai biologi consiste nell’aprire con frequenza l’acqua calda fino a farle raggiungere una temperatura non inferiore ai 55°, così da eliminare microrganismi nocivi come la legionella.


Se avete dubbi sulla qualità dell’acqua che sgorga dal vostro rubinetto, in commercio trovate dei kit fai-da-te che vi consentono di valutarne i parametri chimici più significativi (pH, durezza, nitriti, nitrati, cloruri e solfati), così da poterli confrontare con quelli previsti dalla legge.
Il kit è composto da strisce colorometriche da immergere in acqua per pochi secondi. Queste strisce che assumono colori diversi a seconda delle caratteristiche dell’acqua che fuoriesce dal vostro rubinetto.

di Giuseppe Iorio



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