Da uno studio realizzato da un team di ricercatori della Columbia University, con sede a New York, e dell’ateneo inglese Durham University, arriva un passo in avanti nella scoperta di un trattamento capace di porre fine all’incubo calvizie e di restituire la propria capigliatura a chi l’ha persa.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences), ha consentito agli esperti di ottenere un risultato molto significativo: grazie all’utilizzo di cellule staminali umane, è stato possibile coltivare in laboratorio e trapiantare sul cuoio capelluto le strutture capaci di stimolare la formazione dei bulbi piliferi.
La dottoressa Angela Christiano, una delle autrici della ricerca, ne sottolinea l’innovatività: “Gli attuali farmaci anticalvizie, come minoxidil e finasteride, tendono a rallentare la perdita dei follicoli piliferi o a stimolare la crescita dei peli esistenti, ma non sono in grado di creare nuovi bulbi piliferi. Con il nostro metodo, al contrario, siamo invece in grado di far crescere realmente nuovi follicoli a partire dalle cellule del paziente”.
Per ottenere la ricrescita dei bulbi piliferi, gli studiosi hanno tenuto conto di ricerche effettuate su modello animale. Nei topi, la ricrescita di peli avviene in modo spontaneo perché i roditori sono dotati di strutture, dette “papille dermiche”, collocate nella parte più superficiale della pelle e ricche di terminazioni nervose e vasi sanguigni. A differenza di quanto accade negli esseri umani, nei topi tali strutture tendono ad aggregarsi tra loro, consentendo così ai bulbi piliferi di ricrescere.
Partendo da quest’osservazione, il team di ricercatori ha deciso di sperimentare la possibilità di innescare lo stesso meccanismo nelle papille dermiche umane. Gli studiosi hanno dunque prelevato papille dermiche da 7 donatori umani e hanno immerso le cellule in una coltura di fattori di crescita per ottenere dei bulbi piliferi. Successivamente, questi bulbi sono stati trapiantati nella pelle umana innestata sul dorso di alcuni topi. Ben cinque casi su sette hanno fatto registrare, per almeno 6 settimane, la crescita di nuovi capelli, il cui Dna si è rivelato umano e corrispondente a quello dei donatori.
La dottoressa Christiano afferma che lei e i suoi colleghi sono riusciti a clonare il 22% della struttura delle papille dermiche, un risultato inferiore alle aspettative ma tutt’altro che scoraggiante, anzi piuttosto promettente, in prospettiva, anche per i casi più complicati. “Circa il 90% delle donne con perdita di capelli non è candidato al trapianto”, dichiara l’esperta, “perché non ci sono a disposizione sufficienti donatori. Questo metodo offre invece la possibilità di agire su un gran numero di follicoli o di ringiovanire i follicoli esistenti, a partire da cellule cresciute grazie a poche centinaia di capelli donati da altre persone, il che consente di effettuare un trapianto anche su individui con un limitato numero di follicoli o che hanno subito ustioni”.
di Giuseppe Iorio
Vorrei sapere se tale terapia è applicabile anche a soggetti affetti da alopecia universale.
cordiali saluti Nicola Fermo.
Si tratta di un metodo ancora in fase sperimentale e, purtroppo, non disponiamo di informazioni diverse da quelle riportate nell’articolo e divulgate dagli autori dello studio in questione. I ricercatori hanno specificato che la futura terapia potrebbe essere utile nei casi più complicati, ma non hanno meglio definito a cosa facessero riferimento. Comunque, non appena avremo novità in tal senso, non mancheremo di riferirne.
buona sera, rifaccio la domanda che ha fatto
nicola fermo il 18 dicembre 2013 .
Vorrei sapere se tale terapia è applicabile anche a soggetti affetti da alopecia universale ad oggi c’e’ stato qualche sviluppo in merito??
in attesa di una vostra risposta
Vi ringrazio Roberto
Dunque, per quanto riguarda l’alopecia universale, non possiamo che ripetere quanto riferito nel commento precedente, nel senso che i resoconti delle ricerche non fanno esplicito riferimento a questo tipo di alopecia.
Quanto alle novità, ci risulta che la sperimentazione su modello animale sia terminata, e che si sia passati a quella sugli esseri umani. Non appena le riviste scientifiche che consultiamo pubblicheranno novità, ce ne occuperemo con nuovi articoli.
Salve ci sono novità in merito? e poi vorrei chiedere è possibile andarsi a curare anche all’estero dato che qui in italia ancora non si hanno novità? grazie per la risposta
Uno studio pubblicato lo scorso Gennaio su PLOS ONE, realizzato dagli studiosi del Sanford-Burnham Medical Research Institute di San Diego, riportava nuovi risultati positivi su modello animale e l’auspicio degli autori di poter presto passare alla sperimentazione su esseri umani.