Dipendenza da Internet, chi lavora troppo corre rischi maggiori

L’utilizzo compulsivo di internet è particolarmente diffuso tra le persone che lavorano troppo, che usano le nuove tecnologie per la loro attività professionale anche al di fuori dell’orario d’ufficio.
Lo stabilisce uno studio presentato nel corso della Conferenza Annuale della British Psychological Society e coordinato dalla dottoressa Cristina Quinones-Garcia della Northampton Business School e dalla professoressa Nada Korac-Kakabadse della Henley Business School
La dipendenza da lavoro pare dunque essere correlata al rischio di sviluppare anche una forma di dipendenza da internet, in quanto la prima, secondo gli studiosi britannici, sarebbe il principale predittore della seconda.


I ricercatori hanno coinvolto nella loro indagine 516 soggetti di entrambi i sessi, con età compresa tra i 18 e i 65 anni. Il campione comprendeva persone sia occupate che disoccupate, alle quali sono stati consegnati dei questionari tesi a rilevare la presenza di un eventuale uso compulsivo di internet, il tempo dedicato alle attività lavorative e il livello di soddisfazione nella vita.
Nel 60% circa dei soggetti coinvolti, è stato registrato un utilizzo compulsivo di internet, senza differenze significative tra uomini e donne. Ma, nonostante gli individui senza lavoro trascorressero mediamente più tempo online rispetto a coloro che lavoravano, erano proprio i lavoratori più instancabili a manifestare comportamenti tali da incrementare il rischio di essere vittime della dipendenza da internet.

I cosiddetti “workaholics”, come vengono definite le persone che soffrono di dipendenza da lavoro, “trascorrono quantità progressivamente crescenti di tempo online, si alzano tre volte a notte per controllare le loro caselle di posta elettronica, i pasti si fanno irregolari, le relazioni interpersonali si complicano. Questi soggetti diventano totalmente assorbiti dall’uso di internet e mostrano segni di ansia quando sono separati dal loro computer”, spiega la professoressa Korac-Kakabadse.


“Le persone che usano la tecnologia per lavorare al di fuori dell’orario di ufficio”, aggiunge la dottoressa Quinones Garcia, “hanno successo sul lavoro ma corrono i rischi maggiori di andare incontro a vari problemi”. I problemi ai quali fa riferimento la studiosa britannica sono rappresentati dall’isolamento sociale, dal disturbo depressivo e dalla sindrome ansiosa, conseguenze che si presentano quando l’uso di computer, tablet e smartphone per navigare diventa un’ossessione.

I ricercatori, infine, invitano le aziende a non sottovalutare la questione, a non concentrarsi unicamente sulle modalità per evitare che i propri dipendenti vadano online per motivi personali e perdano tempo al lavoro.
Secondo gli studiosi, infatti, le ripercussioni della dipendenza da internet sulla salute dei lavoratori possono rivelarsi dannose anche per il rendimento delle aziende stesse, motivo per il quale i dipendenti non dovrebbero essere incoraggiati a lavorare oltre gli orari d’ufficio.

di Giuseppe Iorio



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