Gesti rituali, il cibo è più gustoso

Alcuni mangiano le patatine in una ciotola perché le ritengono più buone rispetto a quanto non sarebbero se venissero consumate nella busta in cui sono vendute, altri bevono il loro tè in una tazza che sembra conferire alla bevanda maggior gusto. Sono piccoli rituali che, compiuti prima di bere o mangiare, influenzano la nostra percezione degli alimenti, rendendoli più gradevoli.
La notizia arriva da una ricerca pubblicata su Psychological Science e diretta dalla professoressa Kathleen Vohs dell’Università del Minnesota. L’autrice principale dello studio è stata ispirata dalla propria esperienza personale: abitualmente, lei ordina un caffè espresso, vi versa mezza bustina di zucchero, poi lo assaggia e, trovandolo ancora amaro, aggiunge la restante metà. Pur sapendo benissimo che mezza bustina di zucchero è per lei insufficiente, la professoressa Vohs segue questo peculiare rituale perché, così facendo, assapora con maggior soddisfazione il suo caffè.
Partendo da questa osservazione, la studiosa e i suoi collaboratori hanno ideato alcuni esperimenti per verificare se l’attuazione di rituali prima di consumare un determinato cibo rendesse quest’ultimo più saporito.


Un primo esperimento ha visto la partecipazione di 52 soggetti, divisi in due gruppi: i membri del primo dovevano spezzare in due parti una tavoletta di cioccolato, poi scartarne metà e mangiarla, infine scartare la seconda metà e consumare anche quella; i membri del secondo gruppo potevano invece gustare il cioccolato nelle modalità che preferivano. Dopo aver raccolto le sensazioni dei partecipanti al test, gli studiosi americani hanno appurato che quanti seguivano il rituale indicato giudicavano la tavoletta di cioccolato più buona rispetto al gruppo di controllo, l’assaporavano più lentamente e sostenevano addirittura di essere disposti a spendere di più per l’acquisto di quella specifica tavoletta.

In un altro esperimento, un primo gruppo di persone ha dovuto prendere una carota da ciascuna delle tre borse disposte su un tavolo, mentre il secondo gruppo ha mangiato le carote senza aver ricevuto istruzioni particolari. Anche in questo caso, coloro che avevano seguito il rituale indicato mostravano maggior apprezzamento per le carote.

Secondo gli studiosi, l’efficacia dei rituali va ascritta alla ripetitività dei movimenti eseguiti e al coinvolgimento personale negli stessi. A rendere il cibo più appetibile è anche il tempo intercorso tra l’attuazione del rituale e il momento in cui si assapora il cibo: più tempo trascorre tra le due fasi, maggiore sarà il gusto dell’alimento o della bevanda.
Attraverso la messa in atto di rituali, sostengono i ricercatori, si potrebbe migliorare anche la capacità di tenere sotto controllo il peso, in quanto il maggior piacere nel gustare il cibo rende meno probabili gli eccessi a tavola. Difatti, eseguendo dei rituali, ci si concentra maggiormente su quanto si mangia e, inoltre, anche gli alimenti meno allettanti possono diventare più appetibili.


Scegliere dei rituali da compiere prima di consumare una portata potrebbe diventare, dunque, una strategia destinata a rivelarsi vincente anche per coloro che, dovendo perdere peso, seguono una dieta dimagrante. “I rituali”, sottolinea la professoressa Vohs, “funzionano anche con cibi poco gratificanti. Il coinvolgimento personale in gesti che aumentino il senso di attesa nei confronti di un alimento rende ogni cibo più buono: un dato che può aiutare chi è a dieta, rendendo più graditi i cibi salutari se vengono accompagnati da gesti ripetitivi prima di consumarli”.

di Giuseppe Iorio



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