Per guarire dalla depressione, esistono diverse opzioni terapeutiche. Oltre che nei farmaci tradizionali, che presto potrebbero essere affiancati da quelli di nuova generazione, si può cercare una via d’uscita dal male oscuro nella psicoterapia, come pure nella meditazione o nello yoga.
Tra i diversi trattamenti disponibili va annoverata anche la terapia di gruppo, un percorso che permette al paziente di condividere il proprio disagio psichico con altre persone. Questo tipo di terapia si basa sull’ascolto delle altrui esperienze da parte del paziente, che in questo modo può mettere meglio a fuoco le cause del proprio malessere.
Un team di ricercatori dell’Università del Queensland, con sede a Brisbane, in Australia, ha realizzato uno studio sull’efficacia delle relazioni sociali che si instaurano in pazienti affetti da depressione che partecipano ad attività di gruppo. Per poter svolgere indagini in tal senso, gli scienziati hanno condotto due esperimenti: nel primo, sono stati reclutati 52 soggetti a rischio di depressione, che sono entrati a far parte di una comunità in cui veniva offerta loro la possibilità di svolgere diverse attività, tra le quali sport, corsi di cucito e yoga; nel secondo, sono stati coinvolti 92 individui con diagnosi di depressione, che hanno seguito una terapia di gruppo all’interno di un ospedale specializzato in disturbi psichici. Successivamente, tutti i soggetti hanno risposto a dei questionari.
In entrambi i gruppi, è emerso un dato piuttosto significativo: i pazienti che non erano riusciti a sviluppare una forma di identificazione sociale avevano il 50% di probabilità in più di continuare a manifestare sintomi di depressione un mese dopo il termine degli esperimenti.
L’identificazione sociale a cui fanno riferimento gli studiosi veniva valutata sulla base di un criterio molto semplice, ossia l’uso del pronome personale “noi”, che denota integrazione, invece dell’utilizzo di pronomi personali come “io” e “loro”, scelta che evidenzia la carenza di una reale connessione con gli altri partecipanti alla terapia.
“Abbiamo trovato prove evidenti del fatto che entrare a far parte di un gruppo e identificarsi con gli altri può alleviare i sintomi della depressione”, afferma il dottor Alexander Haslam, uno degli autori dello studio, pubblicato sulle pagine della rivista “Journal of Affective Disorders”.
Va rilevato, infine, che i benefici del sentirsi parte di una relazione sociale sui sintomi della depressione si possono estendere anche ai rapporti sentimentali. L’affermazione, che può sembrare ovvia in base al senso comune, trova la propria validità scientifica nella ricerca recentemente portata a termine da un team di studiosi dell’Università del Michigan, che ha stabilito come i soggetti che non si sentono supportati dai propri partner hanno maggiori probabilità di andare incontro al disturbo depressivo rispetto a coloro che vivono una relazione stabile e appagante.
di Giuseppe Iorio