Chi non conosce l’ortica? E chi non ha mai avuto in vita sua un incontro ravvicinato con lei? E’ giusto che io le dia importanza annoverandola tra le erbe spontanee da salvare, da non lasciare che venga dimenticata? Non meriterebbe questo trattamento dato che lei ci ricambia pungendoci! Ma dopo, passato il bruciore la vediamo in un’altra ottica. L’ortica per millenni insieme ad altre erbe spontanee ha contribuito al sostentamento dei nostri antenati. In tempi passati la dieta della maggior parte delle persone era prevalentemente vegetariana (cerali, legumi, verdure e frutti) e rigorosamente seguiva l’andamento delle stagioni. Non c’erano i supermercati, non c’erano i congelatori, c’era solo la fame delle classi meno abbienti e le carestie che decimavano a frotte la popolazione.
I nostri vecchi non potevano quindi che attingere alle risorse che la natura metteva loro a disposizione e sperare in una buona stagione. Nei mesi estivi c’era gran fermento: si raccoglieva e si immagazzinava ciò che serviva per l’inverno: cereali, granaglie, foraggio per il bestiame e si preparavano salse e confetture che avrebbero rappresentato l’apporto giornaliero di vitamine non avendo a disposizione verdure e frutta fresche.
Altra attività importante era la ricerca di erbe e piante spontanee che avessero proprietà fitoterapiche. Questo compito spettava generalmente alle donne e le loro conoscenze si tramandavano da madre in figlia. Una buona “donna di casa” doveva tra l’altro saper accudire a curare i propri cari. I medici non c’erano nei piccoli borghi rurali e la cura delle malattie era perlopiù di pertinenza femminile e mi sembra doveroso ricordare che nei tempi oscuri del passato sono state uccise migliaia di creature tacciate di stregoneria, il cui orrendo delitto era quello di saper curare con le erbe. Solo la Chiesa e i Santi potevano operare simili miracoli! Un’altro personaggio voglio menzionare: lo”speziale”, costui si potrebbe definire il farmacista dei nostri tempi. Aveva la sua bottega e al cui interno tra alambicchi e contenitori di vetro miscelava erbe, spezie e droghe varie per lenire se non curare le poche malattie di cui si era all’epoca a conoscenza. Concludo dicendo che grazie alle “streghe”e agli speziali l’arte della conoscenza delle erbe officinali è arrivata sino a noi. Una bella ed entusiasmante alchimia!
Tra le varie piante che hanno sfidato i secoli, passando dalle spezierie, alle nostre erboristerie c’è anche la pungente ortica. Il nome scientifico è urtica dioica ed appartiene alla famiglia delle urticaceae. E’ una pianta erbacea perenne con fusto eretto alto fino a 70, 90 cm, le foglie sono di forma ovoidale, lunghe, dentate e soprattutto pelose e urticanti. I fiori sono verdognoli e riuniti come a formare una piccola spiga. E’ un’infestante e la si trova dappertutto: incolti, terreni abbandonati, lungo i fossati, margini dei boschi ecc.. L’ortica si raccoglie tutto l’anno ma è preferibile farlo nel periodo primavera-estate. Della pianta si utilizzano le radici per decotti ,ma generalmente le foglie per tutti gli altri usi. Nel periodo invernale quando non c’è la fioritura è facile confonderla con un’altra pianta; la lamium purpureum, ma non vi preoccupate, questa non punge e non è velenosa, anzi anche lei viene usata in cucina ed erboristeria. Le foglie dell’ortica hanno una lamina inferiore ricoperte di peli urticanti che termina con un ampollina ed è proprio qui che c’è il liquido irritante che tutti noi conosciamo: l’acido formico!
In campo erboristico e fitoterapico è una delle piante spontanee più largamente usate. E’ emostatica, astringente, ricostituente, galattogena e diuretica. Il verde brillante delle foglie è dovuto alla clorofilla ricca di ferro che ha una composizione chimica simile all’emoglobina, per questo se ne consiglia l’uso a chi soffre di anemia. Un’altra sostanza contenuta nell’ortica stimola la secrezione gastrica, biliare ed enterica, chi ha problemi dell’apparato digerente ne trae sollievo.
Per le donne che si avvicinano alla menopausa sarebbe veramente opportuno consumare ortica perchè contiene fitoestrogeni: ormoni naturali che assolvono le funzioni degli estrogeni quando questi diminuiscono o cessano la loro attività. Non dimentichiamoci però degli “ometti”! Anche loro a una certa età avranno bisogno dell’ortica, perchè quando vedranno miseramente cadere i loro capelli potrebbero usare shampoo e lozioni a base di questa erba miracolosa. Anche agli animali da cortile piace l’ortica, ai polli, ai tacchini, aggiunta al foraggio dei cavalli rende il loro mantello più lucido. Non rimane da dire che se ne fa uso anche in cucina. Ma brucerà? direte voi. No! no! dopo averla sbollentata perde la pelosità, responsabile del fastidioso prurito ed è buona perchè ha il sapore simile agli spinaci. Usatela per i vostri risotti e frittate e meriterebbe anche un assaggio la sua vellutata. Facile da fare, ottima mangiata da sola o come condimento per la pasta
Vellutata di ortiche
500 gr ortica
1 cipolla
1 litro brodo vegetale
2 cucchiai di farina
olio
parmigiano
sale e pepe q.b.
Lavare, lessare e sgocciolare bene le ortiche, far appassire la cipolla a cui si unirà l’ortica con poca acqua di cottura, la farina, il brodo vegetale, sale e pepe. A fine cottura circa 10, 15 min. aggiungere il parmigiano o altro tipo di formaggio e servire su pane casereccio abbrustolito.
In questo articolo mi preme anche darvi la ricetta dello sciroppo all’ortica che è un ottimo ricostituente soprattutto per bambini e convalescenti
Sciroppo di ortica
250 gr di ortica
1 litro di acqua
500 gr di zucchero
Lavare le foglie di ortica, far bollire l’acqua e lasciare in infusione per una notte. Filtrare e aggiungere lo zucchero. Riporre in un barattolo di vetro al buio e alla occorrenza berne 2 o più tazzine al giorno. Personalmente a questa ricetta che mi è stata data, riduco lo zucchero a 300 gr perchè sia le marmellate che gli sciroppi li preferisco meno dolci.